Fiorentina-Cagliari, al Franchi il tifo sale anche per gli 'Amici di Sofia'

In occasione della partita di domenica, l'associazione onlus Voa Voa! terrà una raccolta fondi per vincere la partita contro le malattie rare neuro degenerative in età pediatrica

Caterina Ceccuti

Caterina Ceccuti

Firenze, 24 aprile 2015 - Oltre a tifare per la Viola, domenica ci sarà da fare il tifo anche per la squadra degli Amici di Sofia, che si batte sul campo dell’impegno solidale per vincere la partita contro le malattie rare neuro degenerative in età pediatrica. Un privilegio unico quello concesso alla Onlus Voa Voa! presieduto dai genitori della piccola Sofia Guido de Barros e Caterina Ceccuti. Che domenica, in occasione dell’incontro di calcio Fiorentina-Cagliari, considerata la meritevole e pluripremiata attività solidale che l’Associazione fiorentina svolge fin dalla sua costituzione a favore di tante famiglie con bambini ammalati da ogni parte d’Italia, avrà la preziosa opportunità di svolgere attività di raccolta fondi all’interno dello stadio Artemio Franchi.

Con una trentina di volontari che, prima del fischio d’inizio, presidieranno gli ingressi al match per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema delle malattie neuro degenerative orfane di terapie farmacologiche a danno dei bambini. "La Fondazione Franchi ha nel suo Dna l'impegno a sostenere tutte le iniziative volte al miglioramento della vita, non solo sportiva, di tutte le persone - afferma Francesco Franchi, presidente della Fondazione Artemio Franchi -. Questa iniziativa è ancora più lodevole, perchè si riferisce a un tema importante quale le malattie neurodegenerative. Patologie che vengono spesso trascurate dalla grande medicina, e per questo hanno necessità del sostegno e dell’apporto del maggior numero di componenti della società civile". “Da tempo desideravamo una collaborazione con la nostra squadra del cuore -commenta il presidente di Voa Voa! Guido De Barros-. Lo sport in genere, ma il calcio soprattutto, è un veicolo potente per raggiungere la sfera emozionale delle persone, e i nostri bambini, che come diciamo noi di Voa Voa sono rari ma non invisibili, hanno bisogno di arrivare dritti al cuore della gente per poter finalmente uscire dalla condizione di abbandono sanitario e istituzionale in cui si vedono sprofondare fin dal giorno stesso della diagnosi”.

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