"Che fine ha fatto Andrea? Paolo Durin vuole sapere la verità"

«Da Bogotà mi chiedono foto di mio fratello»

Un'immagine di Andrea Durin, scomparso a 49 anni mentre era in vacanza

Un'immagine di Andrea Durin, scomparso a 49 anni mentre era in vacanza

Montelupo, 1 marzo 2017 - «L'ultima volta che ci siamo visti eravamo a pranzo da mamma, stava bene. Ora siamo qui a piangere un corpo che non sappiamo nemmeno se sia il suo». Paolo Durin è sfinito: passa da una telefonata all’altra, impegnato a rispondere ai perché di chi amava suo fratello Andrea, 49 anni, montelupino, morto a Bogotà. La musica era la sua vita, chitarra alla mano in gioventù poi da mago del suono. Un’arte più che un lavoro che lo aveva portato in giro per il mondo: Nek, Vasco, Battiato, JAx, tutti si fidavano di lui.

Qual è l’immagine che ha di suo fratello?

«Spensierato, chitarra in mano e musica. Era la sua vita. A Montelupo, dove si era trasferito dopo la separazione, c’era poco».

Quando lo ha visto l’ultima volta?

«La domenica prima che partisse per la Colombia. Era tranquillissimo: abbiamo pranzato tutti insieme da mia madre, era il nostro appuntamento fisso quando non era in giro per lavoro». Le aveva parlato di questo viaggio? «Poco. Mia mamma pensava fosse lì per lavoro, invece era in vacanza. Amava l’America e il Sud America: era stato in Messico in tournée e si era innamorato. Era da solo: amici mi hanno detto che era stato in Ecuador e poi si era diretto in Colombia».

Poi il buio?

«Poi la visita dei carabinieri a casa di mia madre dove viveva anche Andrea. Era il 25 febbraio. Lui sarebbe morto forse il 18, forse il 20. Non si sa. Comunque sia perché hanno tardato per avvertirci.

E perché tanto mistero? Cosa non la convince?

«Le autorità con cui sono in contatto mi hanno chiesto foto recenti di Andrea, nonostante abbiano in mano il passaporto. Invece quando ho chiesto loro di farmi avere una foto del suo ginocchio sinistro mi hanno detto no».

Perché il ginocchio sinistro?

«Da giovane aveva avuto un incidente motociclistico: ha una ferita inconfondibile, parte dal ginocchio e arriva al piede. Mi sarebbe bastato per mettermi l’animo in pace e avere la certezza di un altro fratello da piangere. Eravamo tre: il primo di noi si è spento anni fa. Domattina (oggi ndr) farò il passaporto. Sto mettendo insieme il denaro per volare in Colombia con il figlio maggiore di Andrea. Voglio sapere se è lui, voglio sapere cosa gli è successo e voglio riportarlo a casa».