Prof universitari. La super-casta

Il direttore risponde ai lettori

Pierfrancesco De Robertis

Pierfrancesco De Robertis

Firenze, 25 settembre 2016 -  CARO DIRETTORE, sono rimasto molto colpito dalle parole di Raffaele Cantone in un convegno a Firenze, nel quale ha tuonato contro i criteri di selezione delle università italiane, che tutelerebbero solo i figli dei docenti già in cattedra. Di questo problema si parla da decenni, mi stupisco che non si sia trovata ancora una soluzione.

Ivo Canestrari

CARO CANESTRARI, i professori universitari sono una delle tante caste su cui è fondata la nostra Italia, e come tutte le caste tendono ad autotutelarsi. Tutti se la prendono con i politici, ma almeno i politici ogni quattro o cinque anni si prendono lo scomodo di presentarsi di fronte agli elettori e di metterci la faccia, mentre i docenti universitari, i giudici, i sindacalisti godono di una immunità che rende le loro posizioni più solide di una trincea sul Carso. E in effetti ha ragione Cantone: la rendita di posizione dei baroni universitari è scandalosa. Non esiste altro settore dell’amministrazione pubblica in cui sia così alto il numero di «figli di», e purtroppo tutte le indagini avviate per smascherare il sistema, un po’ sono complicate (difficile provare il favoritismo, se specialmente avviene con scambi tra prof di diversi atenei), un po’ finiscono sempre in prescrizione.