Tragedia del bus, caccia all'auto sorpassata dal romeno. Parlano i testimoni. Slittano i funerali

La comitiva è di Castiglion Fiorentino, la vittima si chiamava Walter Riponi, 49 ani di Monterchi. Scontro alle porte di Gubbio. 15 feriti nel bus ma non gravi LE IMMAGINI DELLA TRAGEDIA

Walter Riponi, l'autista del bus morto nell'incidente

Walter Riponi, l'autista del bus morto nell'incidente

Arezzo, 23 settembre 2015 - C’è un'auto misteriosa nel tragico incidente stradale di sabatovicino a Gubbio, costato la vita a tre persone fra le quali il 49enne Walter Riponi di Monterchi: è quella che stava sorpassando Petre Grancea, il rumeno di 33 anni alla guida della Volkswagen Passat, che poi – non riuscendo a rientrare sulla corsia di destra – è andato a urtare frontalmente contro il pullman condotto dal Riponi, perdendo la vita anche e lui e, a distanza di qualche ora, la moglie Veta Caldarar.

I carabinieri si chiedono come mai chi era al volante del veicolo che stava per essere superato dalla Passat abbia pensato di proseguire senza preoccuparsi di cosa fosse successo. RISULTA INFATTI difficile capire che non possa essersi accorto del tremendo impatto fra la vettura che l’aveva affiancata e l’autobus con la comitiva di turisti

Autopsia ed esame tossicologico: è questa la richiesta della Procura di Perugia sul corpo del rumeno Petre Grancea, 33 anni, al volante della Volkswagen Passat che si è schiantata contro il bus condotto da Walter Riponi, il 49enne di Monterchi, anch’egli morto nel tragico incidente di sabato sera lungo la nuova variante della strada 219 alle porte di Gubbio. 

Dolore a Monterchi per la morte di Walter Riponi, l'autista del pullman di Sansepolcro coinvolto nel terribile incidente di Gubbio. Ieri mattina c’era atmosfera cupa anche nella sede della sua ditta, la Meoni di San Lazzaro. L’azienda di autonoleggi è stata creata da Natale nel 1961 e ora è portata avanti dal figlio Franco, che però non c’era. C'è la moglie Luisella, visibilmente provata: «Abbiamo perso un dipendente sempre serio e prudente al volante,  una bravissima persona. L’ultima riprova l’abbiamo avuta dai passeggeri del pullman, i quali hanno voluto sottolineare come Walter abbia fatto l’impossibile per evitare l’impatto frontale con una vettura che in quel momento stava addirittura effettuando – così mi risulta – un doppio sorpasso. Si è  sacrificato fino all’ultimo istante per salvare tutti ci ha rimesso la vita lui».

Fra questi Giulio Ghezzi, un passato da autotrasportatore: «Ero seduto vicino a lui sul pullman, ho visto la macchina che invadeva la nostra corsia per superare due auto, era un tratto con striscia continua, è stata una manovra pazzesca, infatti non ce l’ha fatta a rientrare e ci siamo schiantati. Il nostro conducente, una persona molto professionale, con una guida di grande esperienza – racconta Ghezzi – ha cercato di evitare l’impatto pieno e si è spostato sulla destra, ma era impossibile evitare quel mezzo. Io fortunatamente me la sono cavata con qualche graffio, ma è stato un miracolo. Più tardi è arrivato un altro pullman della Meoni che ci ha riportato a casa». 

Intanto si è aggravato il bilancio dell'incidente stradale avvenuto tra Gubbio e Umbertide, in località Mocaiana: oltre ai due conducenti dei veicoli coinvolti, di 53 e 33 anni, è morta nella notte all'ospedale di Perugia, dove era stata ricoverata nel reparto di Rianimazione, anche una donna di nazionalità romena, di 30 anni, che viaggiava insieme al trentatreenne nell'autovettura. Dei 50 passeggeri del pullman di ritorno da una gita 19 sono rimasti feriti tutti in modo lieve.

E' il bilancio pesantissimo del tragico schianto. Un incidente che ha visto l'impatto tra un pullman da turismo che riportava una comitiva di Castiglion Fiorentino dal mare e un'auto privata con targa bulgara e a bordo marito e moglie. Tragedia, tragedia vera: perché nell'impatto sono morti l'autista del pullman e quello della macchina, la moglie era stata ricoverata in fin di vita in ospedale, poi oggi la resa. 

La morte ha fatto sentire la sua voce intorno alle 20, dicevamo alle porte di Gubbio, vicino Moacaiana, sulla statale 219 di Pian D'Assino. Nel racconto dei testimoni l'auto sarebbe stata in una fase di sorpasso e l'autista del pullman avrebbe fatto di tutto pur di evitarer lo schianto, senza riuscirci. Testimonianze frammentarie, ancora non certezze, appese ai rilievi condotti dai caabinieri. Certezze che invece disegnano i contorni della tragedia. 

A guidare il pullman era Walter Riponi: 49 anni, di Monterchi. Un autista esperto, guidava un pullman della Meoni, un'azienda di trasporti di Sansepolcro. Un sorriso contagioso, un carattere cordiale e generoso, due figlie. Il suo nome nella notte lacerata di Gubbio rimbalza da Gubbio fino alla Valtiberina. All'inizio incerto, poi sempre più sicuro. "Sì, è morto il Cicca" ci confermano alcuni amici dal bar. 

Il "Cicca", il soprannome che in un paese non manca a nessuno, perché se non ne hai uno non esisti, almeno negli affetti e nella simpatia della gente. E lui lo aveva e probabilmente se lo temeva stretto e con orgoglio, immaginiamo legato alla passione del fumo. Lentamente la notizia della sua morte prende corpo.

Dal pulmman, da cui alcuni passeggeri sarebbero usciti addirittura prendendo a calci la porta per uscire, le telefonate cominciano a comunicare con le famiglie, a tranquillizzare chi è sui carboni ardenti davanti alle primissime notizie. Quasi tutti di Castiglion Fiorentino. Una gita al mare semplice, un pranzo di pesce nella zona di Marotta, vicino a Pesaro. Vai in pullman per goderti la compagnia di colleghi o amici e per non correre alcun rischio. E finisce in tragedia.

La comitiva sarebbe stata messa insieme dalla ditta Menci o meglio dal suo circolo. A bordo gente di Castiglioni ma anche di Montecchio. Sulla strada, quella statale 219, in terra si allunga la fila di zainetti, borse, bottigliette d'acqua: i resti di un viaggio spezzato sulla via del ritorno.

Il guidatore dell'auto muore sul colpo, l'autista del pullman no ma forse appena pochi minuti dopo, almeno a giudicare dalla ferite che gli sono state fatali nell'impatto. I feriti vengono medicati o accompagnati in ospedale, nessuno grave, almeno a bordo dell'autobus. Un altro bus raccoglie i passeggeri per riportarli in Valdichiana. Arrivano nel cuore della notte, con il viso segnato dalla stanchezza e dalla paura. La paura di quei fari che hai incrociato poco prima dello scontro, la paura dello schianto. Il dolore per la morte guardata negli occhi.