Infrastrutture, allarme industriali: opere in ritardo, stringiamo i tempi. Pressing sul corridoio Livorno-Ravenna

Dossier sull'avanzamento degli interventi strategici. Molti lontani dalla meta. "Nuova stazione? Cominciamo da sei coppie di treni in più". Il nodo Due Mari

Andrea Fabianelli

Andrea Fabianelli

Arezzo, 29 luglio 2015  - Hanno preso carta (millimetrata) e penna: e hanno definito un dossier meticoloso su tutte le opere strategiche che interessino la città. Un dossier curato dall'Ance e preparato insieme all'ingegner Giovanni Cardinali.

Un quadro che spazia dall'interporto alla Due Mari, dalla stazione Media Etruria alla variante esterna alla città, dalla nuova 71 a sud di Arezzo ai nodi chiave sia in Valdichiana che in Valdarno.

Il quadro? Fatalmente articolato. Ma in sintesi mostra come sui  progetti principali ci siano stati di avanzamento ancora molto lontani dalla meta. Dall'interporto, sul quale manca qualunque tipo di impegno sul raccordo ferroviario e sull'interessamento delle società di trasporto oltre ad alcuni nodi infrastrutturali, fino agli interventi su varianti e strada del Casentino o alla variante esterna di Arezzo.

Due nodi chiave. Uno quello ferroviario. Il piano che viene presentato è quinquennale per rendere gli impegni chiesti più stringenti. Un arco di tempo nel quale la nuova Stazione Media Etruria mostra uno stato di avanzamento basso sia sul piano progettuale che su quella della copertura finanziaria. Un progetto di medio periodo, semmai. "Intanto sarebbe fondamentale - ha proposto il presidente degli industriali Andrea Fabianelli - ottenere il passaggio di sei coppie di treni veloci in più verso il nord e verso il sud".E indicano le azioni nel breve periodo per arrivare a questo traguardo.

Poi il grande capitolo Due Mari. Nei fatti lontano: un elemento la E78 è inserita nelle 30 opere strategiche scelte dal Ministro Del Rio solo per 471 milioni di euro relativi al completamento della Grosseto-Siena, quando il progetto Strabag di completamento è di 2960 mlioni di euro. Lo studio ripercorre lo stato degli atti, il progetto che era stato definito sul nodo di Olmo, la sua sostituzione da parte di Strabag e delle altre aziende collegate che per ridurre le spese punta su un percorso più facile che sfrutti l'autostraea da Bettolle a Battifolle e poi il raccordo fino a Ponte a Chiani. Esclusa l'ipotesi della Rigomagno-Monte San Savino pe rproblemi tecnici e non dell'uso del tratto MOnte San Savuino-Arezzo.

Lo studio propone come alternativa di medio periodo il corridoio autostradale Livorno-Ravenna, al posto della Grosseto -Fano, secondo una valutazione di forte sfruttamento per il collegamento tra due porti determinanti. Una soluzione che in questo caso viene indicata con una certa forza da Confindustria.

Lo studio non si sbilancia in alcuna direzione, indica tecnicamente costi e benefici e propone le azioni da svolgere nel quinquennio per renderle incisive