Tragedia nel bosco: oggi l'addio al bambino. Autopsia a sorpresa: morto di soffocamento?

Tre avvisi di garanzia per omicidio colposo alla guida e ai titolari della ditta che ha accatastato la legna. Il piccolo si chiamava Jacopo Brancadoro. Era su un percorso trekking. Il dolore nella sua scuola

Il girasole sul banco di Jacopo

Il girasole sul banco di Jacopo

Arezzo, 27 giugno 2016 -  Necessari ulteriori accertamenti per stabilire le cause della morte del piccolo Jacopo Brancadoro, ucciso mercoledì dai tronchi; a parte un’ematoma alla testa, non sarebbero state rilevate altre fratture importanti sul corpo. Tra le ipotesi avanzate, il decesso per soffocamento, ma per avere il responso definitivo si dovranno attendere i canonici 90 giorni. Nel frattempo il corpo è stato riconsegnato ai familiari, oggi i funerali.

Jacopo studiava all’Istituto Quintino di Vona, nel Milanese, svuotato in questi giorni dalle vacanze ma con i ragazzi di terza media a sostenere l’ultima prova. Lasciano un girasole sul banco del ragazzino.

Jacopo Brancadoro

La Procura ha inviato tre avvisi di garanzia per la morte del piccolo nel bosco. Avvisi in cui naturalmente si profila l'ipotesi di omicidio colposo. I destinatari sono l'accompagnatore del gruppo (per "culpa in vigilando", quindi in sostanza per non aver impedito che Giacomo salisse sulla catasta di legno) e  i due rappresentanti della ditta che aveva curato il taglio degli alberi accatastando poi i tronchi nella radura dell’incidente: ed in questo caso è chiaro che il sostituto procuratore Marco Dioni vuole capire se siano stati lasciati in condizione di scarsa sicurezza, quindi non fissati o bloccati o comunque al di là di quanto le leggi sulla sicurezza non prevedano.

La zona è stata posta sotto sequestro, al momento nessuno è autorizzato ad avvicinarsi: i tronchi tagliati e accatastati sono di proprietà del Parco che ha incaricato un’azienda privata, dotata di regolare autorizzazione per il taglio. 

La scena della tragedia

Il ragazzino è morto sopra Stia, nella montagna che risale oltre Papiano. L'adolescente faceva parte di un gruppo di studenti di prima e seconda media arrivati in Toscana da Milano: dopo essersi fermati al rifugio della Calla erano ripartiti ieri mattina in direzione del Camping Falterona di Montalto, dove avrebbero dovuto passare la notte. Si chiamava, dicevamo, Jacopo Brancadoro (e non Giacomo come in un primo momento era emerso) era nato nel 2003 ed era milanese.

Durante il percorso l'incidente: una catasta di legna che si sgancia e colpisce più bambini. Uno resta schiacciato sotto. Le sue condizioni appaiono subito gravissime, va in arresto cardiaco: i soccorritori tentano di rianimarlo, ci riescono una prima volta poi il cuore del bambino cede definitivamente.

Uno zainetto tra i tronchi

Si erano fermati tra la Calla e la zona di Montalto in una radura, per mangiare: al termine sono saliti sulla catasta che non ha retto al loro peso. Giacomo è rimasto schiacciato ed è, apparso subito in condizioni gravissime. Il suo amico Danilo S. è rimasto incastrato nei tronchi, ferito ma non grave: il Pegaso col verricello lo ha issato dalla montagna e portato al Meyer di Firenze.

I soccorsi hanno avuto problemi ad arrivare, la zona è impervia. Nonostante questo veloce l'intervento congiunto di vigili del fuoco, del 118, della Forestale, del soccorso alpino e poco dopo anche dell'elicottero  Pegaso, dal quale i soccorritori si sono calati sempre con il verricello.

Gli altri soccorritori sono stati portati sul posto con dei fuoristrada guidati proprio dai pompieri. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Arezzo, con due squadre operative e il supporto di un elicottero, per prestare soccorso ai bambini e liberare dalla legna il ragazzino che è poi partito alla volta del Meyer. 

Il ragazzino che non ce l'ha fatta invece è entrato da subito in arresto cardiaco. L'allarme era arrivato poco dopo le 14. I bambini, si trovavano con una comitiva di un centro trekking, in  località Casina dell’Oia, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste  Casentinesi (967 mt. Circa). 

Il gruppo originario era composto da 14 adolescenti di 12 e 13 anni (uno la mattina era stato male ed era stato accompagnato in auto in paese) e da due accompagnatori ed era arrivato l'altra sera al rifugio de La Calla. Qui i ragazzi, in Toscana da tre giorni con l'Associazione trekking di Novate Milanese (associazione specializzata in 'vacanze avventurose nella natura per bambini e ragazzì), avevano dormito. All'alba uno di loro ha avuto un malessere e uno degli accompagnatori lo ha dovuto portare all'ospedale di Bibbiena per una visita.