Camaldoli: la neve divide monastero e eremo. Brivido aziende e stalle, aiuti casa per casa

Doppio Casentino: sfiorato solo sotto Poppi, preso in pieno sopra. Badia Prataglia sotto 70 centimetri di neve. Sindaco spalatore, interventi dappertutto

La neve ha colpito Casentino e Valtiberina

La neve ha colpito Casentino e Valtiberina

Arezzo, 18 gennaio 2017 - C'è un metro di neve a Camaldoli. Un muro al quale i monaci sono abituati, fa quasi parte del loro carisma, un po' come la foresta nella quale sono immersi. Un metro di neve che rende praticamente impossibili i collegamenti tra il monastero e l'eremo. Pochi chilometri ma sui quali in questa fase perfino le auto attrezzate con catene o gomme termiche non riescono a spingersi. Ci vogliono mezzi attrezzati: quelli che innervano le zone critiche, dai vigili del fuoco alla Forestale, dai carabinieri alla polizia.

Nel derby dei luoghi santi stavolta Camaldoli batte nettamente La Verna: il convento di Francesco è immerso in circa 50 centimetri di neve. La strada che dalla Melosa si spinge fino al recinto sacro è completamente bianca, anche se gli spazzaneve si sono già spinti anche lì. Qualche auto da Chiusi arriva, ci dicono i frati, ma solo molto a fatica, perché i circa 3 chilometri che dividono il convento dal paese sono impervi in queste condizioni.

E' la foto del Casentino. Un Casentino diviso a metà. Sotto Poppi sembra che la bufera sia passata solo di striscio, anche se a tratti la neve ha colpito anche i due centri più importanti, compresa Bibbiena, il capoluogo di vallata. Ma sopra ha colpito duro. Da Pratovecchio e Stia in su: i due centri ora gemelli hanno strade libere, gli spazzaneve e gli operai hanno lavorato bene. 

Ma sotto la neve c'è anche Badia Prataglia, la montagna dei casentinesi e della provincia. E in difficoltà, nella salita verso il santuario, ci sono Chitignano e Chiusi della Verna: la prima con una quindicina di centimetri di neve, la seconda con almeno trenta.

Una bufera di neve che è passata dalla Valtiberina al Casentino. In Valtiberina mettendo ko la E45. Ma anche seppellendo di neve Sestino e Badia Tedalda. Dove le storie si incrociano. A Badia Tedalda il sindaco Alberto Santucci spala la neve quando proviamo a chiamarlo, il quadro è quello di un comune in difficoltà ma dove gli spostamenti restano garantiti, con alcune frazioni messe peggio delle altre.

A Sestino il solito quadro complesso di ogni nevicata. Tra il centro del paese e le frazioni più alte ci sono differenze che si misurano in decine di centimetri di neve. Le aziende hanno rischiato di chiudere: i Tir non riuscivano a salire con la neve, senza materie plastiche non lavorano. E altrettanto in difficoltà ci sono le aziende agricole. Una stalla ha creato pesanti problemi ai soccorsi, il precedente di pochi anni fa (il crollo con la morte di alcuni cavalli) è fresco, quasi quanto la neve che assedia le case più alte. 

Intanto a Sansepolcro i camionisti e i camion continuano ad accalcarsi nelle aree di sosta intorno al campo sportivo. A poche centinaia di metri dall'accesso alla superstrada, dove i cartelli ma anche il lavoro delle forze dell'ordine blocca chi vuole spingersi verso nord. Mentre la neve, inizialmente concentrata sul versante romagnolo, si scatena anche a Pieve Santo Stefano. Nel paese dei diari, che forse dalla bufera di ieri troverà nuove storie da raccontare.