Banca Etruria alla genovese: sul futuro ipotesi Carige con azionista Apollo

Le quattro banche messe insieme sarebberi la settima forza nazionale sul credito: con Carige (nella foto l'azionista di maggioranza Vittorio Malacalza) tra le prime 10 nella raccolta

Vittorio Malacalza (Carige)

Vittorio Malacalza (Carige)

Arezzo, 5 aprile 2016 - L'ultima ipotesi sul futuro di Banca Etruria e delle altre tre banche unite dallo stesso destino è una maxi-aggregazione con al centro Carige e per azionista di controllo il fondo Usa Apollo, gigante mondiale della finanza e della speculazione sui crediti deteriorati. Tra le variabili l’atteggiamento della famiglia Malacalza, socio di riferimento della Cassa di risparmio di Genova, banca assai malmessa, una di quelle più penalizzate dal crollo di borsa di gennaio.

Apollo ha presentato a Carige un’offerta non vincolante per il passaggio di mano. Il fondo Usa si propone per l’acquisto di 3,2 miliardi di sofferenze a circa 700 milioni. In contemporanea, gli americani si dicono pronti a sottoscrivere un aumento di capitale che ne farebbe il primo azionista. Secco il no di Malacalza ma Apollo non molla. 

E qui si affaccia Banca Etruria. La banca diventerebbe la calamita aggregante di un polo creditizio del quale potrebbero entrare a far parte gli istituti reduci dal crac. Ed è proprio di Apollo una delle offerte  presentate nell’asta in pieno svolgimento. Le quattro banche messe insieme sarebbero la settima forza del credito nazionale per sportelli e l’undicesima per raccolta.