"Aggredito in strada": il vigile urbano condannato per percosse

Sanzione di 250 euro, ora parte il procedimento civile. L'episodio in via Guido Monaco. "Colpito con più dita sul petto". Decisivo il testimone che ha rafforzato la denuncia del giovane. Il pm chiede che siano trasmessi in procuira gli atti per falsa testimonianza a carico di quattro vigili

Controlli della polizia municipale

Controlli della polizia municipale

Arezzo, 12 febbraio 2016 -  E' stato condannato per percosse il vigile urbano denunciato a un giovane aretino. Il giudice onorario Maria Nino ha emesso oggi la sentenza: condanna a 250 euro ritenendo il vigile urbano colpevole di aver percosso il ragazzo, mentre il reato di ingiuria è stato nel frattempo depenalizzato. Parte  adesso il procedimento civile per il risarcimento dei danni al giovane. Il pubblico ministero Sbragi ha chiesto al giudice la trasmissione degli atti in procura per falsa testimonianza a carico di quattro vigili urbani che sostenevano la versione del condannato, smentita invece da un testimone super partes, titolare di un ristorante cittadino che si trovava sulla strada al momento dei fatti.

«Aggredito per strada da un vigile urbano»: questa era stata  la denuncia del ragazzo in una  storia va avanti dall’ottobre 2008. Lui, M.L. (assistito dall’avvocato Roberto Alboni) si difendeva sostenendo che il ragazzo era ubriaco, aveva pronunciato male parole («Siete come Spaccarotella») e che nessuno gli aveva messo le mani addosso. I fatti risalgono al 24 ottobre 2008 quando Giulio Antonini passeggia con la ragazza in via Guido Monaco all’altezza delle Poste. Racconta di essere stato aggredito dal vigile che si trovava nella strada in compagnia di due colleghi per fare multe alle auto in divieto di sosta. E senza che lui avesse proferito parola, il vigile gli si  si avvicinerebbe, lo colpirebbe con più dita assieme sul torace fino a farlo indietreggiare.  Finiti i controlli, Antonini (assistito dall’avvocato Pierangelo Peloni) va al pronto soccorso dove viene refertato. All’indomani va con il padre al comando, «mi sarei accontentato delle scuse»: non arrivano  la storia va avanti.

Davanti al giudice di pace ha deposto un testimone super partes, titolare di un ristorante, che avvalora le parole di Antonini. Sostiene di aver visto un vigile «che dava una spallata» al ragazzo e ricorda di aver commentato: «Non è questo il modo». Aggiunge di non aver sentito «alcuno scambio di parole tra l’Antonini e il vigile prima di vedere la spallata».

 La versione dei vigili è diversa. Il ragazzo li avrebbe apostrofati dicendo: «andate a letto, andate a lavorare». Sostiene di non aver mai detto «drogato» ma che il giovane «era agitato, aggressivo». E gli altri vigili presenti che dicono? «Era in evidente stato alcolico, mostrando la schiena mi indicava il posteriore invitando a prendergli il numero di targa». «A voi non vi fanno mai niente come a Spaccarotella».