Demopolis, la Lega 'mangia' Forza Italia: i dati del barometro politico di giugno

Il partito di Berlusconi passa dal 23% del febbraio 2014 all'11% odierno; crescita inversamente proporzionale per il partito di Salvini: dal 3,8% di 16 mesi fa al 16% attuale

L'analisi Demopolis

L'analisi Demopolis

Firenze, 19 giugno 2015 - I dati del barometro politico di giugno dell’Istituto Demopolis confermano il mutamento degli equilibri in seno all’area di centrodestra: gli ultimi mesi hanno visto una progressiva riduzione del peso elettorale del partito di Berlusconi, passato dal 23% del febbraio 2014 all’11% odierno. Inversamente proporzionale appare invece la crescita della Lega di Salvini: dal 3,8% di 16 mesi fa al 13% di dicembre, sino al 16% di oggi: ormai stabilmente prima forza politica del centrodestra. È un’area particolarmente penalizzata, nel suo complesso, dalla tendenza all’astensione di ampi segmenti del suo elettorato storico. In misura superiore rispetto all'area di centrosinistra. A colpire, nell’analisi condotta dall’Istituto Demopolis, è il peso reale, in voti assoluti, dei partiti: con un’affluenza stimata al 59%, la Lega otterrebbe oggi, se si votasse per le Politiche, 4 milioni e 350mila voti, Forza Italia (in lieve ripresa nelle ultime 2 settimane) conquisterebbe 3 milioni di voti, Fratelli d’Italia-An della Meloni 1 milione e 100mila, Area Popolare (Ndc-Udc) di Alfano circa 1 milione.

“È un elettorato – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – in ampia parte tuttora disorientato, quello di centrodestra: le ultime indagini Demopolis fotografano una profonda crisi di rappresentanza di un’area storicamente fortissima negli ultimi 20 anni. A crescere è stata soltanto la Lega. In un contesto nel quale tuttora 15 milioni di italiani si definiscono di destra o di centrodestra e 18 milioni si dichiarano politicamente non collocati, solo 9 milioni e mezzo, complessivamente, voterebbero oggi per Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Ncd-Udc. È uno scenario aperto e in chiara evoluzione – conclude Pietro Vento – in un Paese nel quale oggi 20 milioni di elettori sceglierebbero l’astensione”.