Aeroporti, via alla fusione: è arrivato il sì di Firenze

Oggi in programma a Pisa il voto dell’assemblea Sat DA ROMA 150 MILIONI DI EURO PER PERETOLA

Enrico Rossi

Enrico Rossi

Firenze, 10 febbraio 2015 -  IL DADO ora è davvero tratto. L’assemblea straordinaria di AdF, l’Aeroporto di Firenze ha approvato ieri la fusione, per incorporazione, nella Società Aeroporto Toscano (Sat) Galileo Galilei di Pisa. E oggi i cugini pisani faranno lo stesso. Approveranno la fusione e il necessario aumento di capitale sociale: saranno emesse nuove azioni ordinarie da offrire in concambio agli azionisti di AdF. Il rapporto di cambio è stato fissato in 0,9687 azioni ordinarie Sat per ogni azione ordinaria di AdF. La fusione è condizionata al rilascio dell’autorizzazione da parte dell’Enac al subingresso di Sat nella concessione aeroportuale di AdF. Alla fine dell’operazione Sat cambierà la denominazione sociale in ‘Toscana Aeroporti spa’. Con capitale sociale detenuto al 51,132% da Corporacion America Italia. La società argentina che ha realizzato quello che, da decenni, sembrava impossibile.

Ottimista – anche se con prudenza – Roberto Naldi, presidente di Corporacion America Italia «Al di là di qualche legittimo dissenso – sostiene – Sat varerà oggi definitivamente questa operazione». Ed è della stessa opinione Marco Carrai, presidente di Adf: «Ci aspettiamo, così come hanno fatto i due Cda dei mesi scorsi, che anche l’assemblea degli azionisti di Sat approvi la fusione, in modo da procedere velocemente con la fusione stessa».

Nonostante il «sì» già annunciato di Comune, Provincia, Fondazione e Camera di Commercio è il Pd pisano, con i segretari provinciale e comunale Francesco Nocchi e Andrea Ferrante, a mettere le mani avanti: «è importante che ci sia conferma di un piano che mette nero su bianco una vocazione distinta e non concorrenziale per i due aeroporti: Pisa rimane l’hub low cost, e continuerà a essere orientata ai voli internazionali e allo sviluppo del trasporto merci, per raggiungere 7.1 milioni di passeggeri entro il 2028; Firenze, con tariffe notevolmente maggiori, dovrà essere city airport, per crescere fino a 4.4 milioni di passeggeri».

Certo ancora tutta da risolvere è la faccenda dei 2400 metri della pista che resta ancora aperta. Ad avere il pallino in mano, Pit (piano indirizzo territoriale) a parte, è Enac. Con buona pace dei comuni contermini a Firenze. Prato, che continua a protestare, in primis ma anche del Movimento 5 stelle. Che in una nota congiunta fra Pisa, Firenze e Livorno denuncia «l‘irresponsabilità e il cinismo del Pd toscano che su questa vicenda gioca contro gli interessi della popolazione, dell‘ambiente e del buon senso».

INTANTO il viceministro Riccardo Nencini avverte: «Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha assicurato ogni azione utile per sostenere l’attuazione degli interventi infrastrutturali relativi agli scali aeroportuali di Pisa e di Firenze, in modo da consentire la ‘natura’ strategica del sistema aeroportuale toscano».

CONFERMATO l’impegno economico: coprirà fino a un massimo di 150 milioni di euro. In particolare «per l’aeroporto di Firenze è prevista la realizzazione del nuovo terminal passeggeri e di una pista di volo di 2400 metri, idonea a sostenere le previsioni di traffico di medio-lungo periodo. È la strada maestra per valorizzare al meglio l’aeroporto ‘Galilei’ di Pisa e il ‘Vespucci’ di Firenze e per inserire la Toscana adeguatamente nel traffico aeroportuale internazionale». Seguono i ringraziamenti al ministro Lupi «che ha sposato dall’inizio questa prospettiva e l’ha sostenuta assieme a noi. Un’ottima sinergia tra il Mit, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti e la Regione Toscana».

Regione Toscana e Comune di Firenze, azionisti di Adf, esultano per il sì dell’assemblea dei soci. «Abbiamo fatto un cambiamento decisivo nella storia della regione», ha spiegato il governatore Enrico Rossi che non manca di ricordare: «Quando quattro anni fa dissi che serviva una società unica, fiorentini e pisani mi spellarono vivo». E il sindaco Dario Nardella chiosa: « non siamo più nel medioevo, ma nella Firenze del terzo millennio».