Sottopasso Baldaccio caos. Tra fulmini e grandine, l’odissea degli antiquari costretti a salvare il salvabile. Tesori nel fango ma c’è anche chi riapre. Polemiche per lo svincolo in panne. Pagine di libri, pezzi di storie e di vita, navigano il Corso. Come naufraghi alla deriva, spazzati via dalla tempesta. Quella che si è abbattuta sulla città a metà mattina di una domenica, solo apparentemente tranquilla. Perché poco dopo le 11 è cambiato tutto. Il sole è fuggito, inseguito da nuvoloni neri calati su tetti, vicoli, piazze, infilati nei sottopassi col loro bagaglio di pioggia e grandine. Tutto in un’ora e mezzo surreale. Antiquari a piedi nudi lungo il Corso e giù dalla parte alta della città a inseguire cassette e oggetti volati via dai banchi, sospinti dalla furia del vento e della pioggia. Tesori in mezzo a un torrente di fango. Libri, suppellettili, quadri, scivolano lungo via Ricasoli, attraversano di gran carriera piazzetta della Madonna del Conforto e poi ancora giù in picchiata. Maria, ha salvato il suo banco strapieno di preziose porcellane solo perchè «avevo teli robusti e una piattaforma in plastica. Ma la furia della pioggia, trasformata in grandine, non ci ha risparmiato: dai gradini che salgono al Prato, l’acqua veniva giù fortissima, come un torrente, trasportando detriti, legno e foglie, rami di alberi. Avevamo i piedi immersi in trenta centimetri di fango, è stato davvero incredibile, sembrava una tempesta tropicale» racconta. Si è cambiata scarpe e vestiti nel suo furgone e passata la bufera asciuga le porcellane e pure i contenitori di carta zuppi d’acqua.
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