REDAZIONE VIAREGGIO

La campagna di Rubinacci per far conoscere ai giocatori di C e D diritti e tutele

La sua missione sportiva è informare i calciatori dilettanti, dall’Eccellenza alla Terza categoria, dei loro diritti. Ovviamente anche dei doveri. Ma in un mondo dove spesso i diritti - soprattutto in ambienti umorali e ballerini - vanno a ramengo, ecco che la presenza dell’Associazione Italiana Calciatori, rappresentata dal delegato Raffaele Rubinacci diventa un punto di riferimento. “Anno dopo anno - spiega l’ex centrocampista di tanti club di serie C e D, che gira in lungo e in largo la Toscana confrontandosi con i calciatori - stiamo ottenendo sempre risultati migliori: l’informazione è diventata più capillare, i tesserati soprattutto i meno giovani acquisiscono una maggiore sensibilità, si sentono più tutelati. L’ultimo ‘successo’ è stato il riconoscimento nei contratti di serie D del vitto e alloggio, in maniera tale che in caso di mancati pagamenti da parte dei club, usufruendo del Fondo di solidarietà, potranno essere contabilizzati anche quelle voci accanto al compenso pattuito”. Vitto e alloggio, a conferma, dunque, che anche in serie D c’è sempre un maggior numero di calciatori che ‘lavorano’ lontano da casa. “Come Aic - aggiunge Raffaele Rubinacci - ci muoviamo su tutti il territorio cercando di convincere non solo di iscriversi all’associazione ma invitandoli anche a aumentare le conoscenze dei loro diritti, soprattutto in materia antinfortunistica. Rispetto al passato abbiamo ottenuto risultati incredibili, ora in caso di infortuni, le pratiche sono gestite individualmente, anche con il nostro supporto legale”. “Cosa vedo confrontandomi con i calciatori? Una grandissima passione, la voglia di emergere, il sogno di fare qualcosa di importante: c’è una grande spinta, dopo due anni di pandemia, c’era un gran voglia di ripartire. E il calcio, anche quello dilettantistico, la sua parte l’ha fatta” conclude il “sindacalista del pallone” Raffaele Rubinacci.