
Dallo scorso 1 luglio, il mondo dello sport - a cominciare dal calcio - ha subito una profonda trasformazione dal punto di vista fiscale e lavorativo. Un esempio: anche in Terza categoria, il tesserato non è più un solo un calciatore per diletto ma un “lavoratore sportivo”. Etichetta con radice fiscale ma fino a un certo punto, visto che tutti i rimborsi spese fino a 150 euro al mese non saranno tassabili.
"In questo caso - sottolinea Raffaele Rubinacci, collaboratore dell’Associazione italiana calciatori per la Toscana e la Bassa Liguria - il tipo di contratto certificato e registrato sulla piattaforma digitale nazionale deve essere considerato come ‘volontariato’. Ha la validità di un anno, ovviamente anche rinnovabile".
In altre parole: anche se un “lavoratore sportivo” (non solo calciatore ma anche allenatore o preparatore di portieri) percepisce un piccolo rimborso, dovrà essere certificato e registrato. Ma quanti sono i calciatori che nei campionati dilettantistici ricevono ‘solo’ un compenso-rimborso spese fino a un massimo di 150 euro mensile? L’interrogativo rischia di avere un ventaglio di risposte, alcune delle quali potrebbe arrivare assieme ad... un allungamento del naso, stile Pinocchio. "Per ci non ha il contratto ‘volontario’ – ribadisce Rubinacci (in foto con il presidente dell’Aic Umberto Calcagno) – si passa al contratto tradizionale di co.co.co, collaborazione continuata contributiva. Sotto i cinquemila euro annui, la tassazione è assente. Da 5001 euro in poi, c’è. Con quel che consegue anche per la successiva denuncia dei redditi".
Questo tipo di contratto può avere una validità di 5 anni per un maggiorenne, solo di 3 per i minorenni. Ma è proprio questa nuova figura del “lavoratore sportivo” (spesso fra i tecnici ci sono anche pensionati che fanno i conti con l’assegno di anzianità o di vecchiaia...) che rischia di creare non pochi problemi, tanto è vero che alcune società hanno chiesto (e ottenuto) che la Figc organizzi incontri formativi. Di sicuro c’è che le piccole società dovranno aumentare la spesa annuale per consulenze di tipo lavorativo e fiscale: la sola ‘vecchia’ passione rimborsata quando c’erano soldi in cassa, è finita o quanto meno fa parte di un’altra epoca. "I calciatori - conclude Rubinacci - sono poco informati. Mi auguro che venga concesso un periodo di prova".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su