Spidis, il cane più vecchio che c’è. "Insieme abbiamo superato tutto"

Ha ventitre anni e vive con il giovane Massimiliano

Il piccolo Spidis tra le braccia di Massimiliano Baccelli e la fidanzata Micaela Francesconi

Il piccolo Spidis tra le braccia di Massimiliano Baccelli e la fidanzata Micaela Francesconi

Viareggio, 10 novembre 2017 - Spidis c’è, e c’è sempre stato. Nella passeggiate avventurose sui passi di montagna, e anche nei momenti di grande solitudine. E’ entrato nella vita di Massimiliano Baccelli ventitre anni fa, era un giorno di maggio: «Frequentavo la quarta elementare» racconta. «E da allora mi è sempre rimasto vicino». Era così piccolo che stava perfino nel palmo della sua mano di bambino. Un cucciolo teneramente scarduffato, che oggi è un anziano meticcio. Certamente tra i più vecchi, se non il cane più vecchio della Versilia. Con il passare del tempo le sue abitudini si sono adeguate all’età. Niente più agguati ai gatti, e non girottola più da solo per la frazione di Pontemazzori, come era solito fare per strappare una carezza e una crocchetta ai residenti della paese sulle colline di Camaiore. «E’ sempre stato libero. Ma adesso – prosegue Massimiliano – fa una vita più casalinga». E’ il Matusalemme di casa. Divide il divano con Micaela Francesconi – la fidanzata di Massimiliano – gli altri due cani e il gatto di famiglia.

Fino a 18 anni Massimiliano, che oggi ha 30 anni, ha vissuto a Bergamo. Negli anni delle scuola scendeva in Versilia dal padre, originario proprio di Camaiore, solo per le vacanze. «E posate le valigie il primo abbraccio era proprio per Spidis». Dono degli amici di suo padre quando convolò in seconde nozze con la compagna. «Fu lei a scegliere il nome, dedicato ad un’associazione di Bergamo che si occupa di bambini con disabilità sensoriali e con la quale aveva collaborato prima di trasferirsi qui a Camaiore». Dove Massimiliano è arrivato maggiorenne per fare una stagione da aiuto cuoco al mare, la prima occupazione fu da Olivieri in Passeggiata.

«E da qui – dice – non me ne sono più andato». Nel 2006, poco più che un ragazzino, Massimiliano ha perso la sua colonna. Aveva solo 19 anni quando suo padre morì. Ricorda ancora il giorno del funerale, quel dolore non l’ha mai cancellato. «Ad un certo punto durante la funzione – spiega, emozionandosi ancora – nella chiesa di Pontemazzori arrivò lui. Spidis. Era rimasto a casa, ma forse ha sentito che in quel momento avevo bisogno anche di lui». Si accucciò ai piedi della panca, e lì rimase fino alla fine della funzione. Solo un anno dopo, era il 2007, fu Massimiliano invece a correre in soccorso di Spidis. «Giocava con un altro cane, che poi lo azzannò. Strappai Spidis dal suo morso. Fu quella l’unica occasione in cui finì dal veterinario». Ci sono state tante scampagnate in questi anni, i momenti di solitudine scaldati dal quel cuoricino. Le passeggiate in montagna, «una passione comune» conclude Massimiliano. «E’ un cane, è un amico. Non so se speciale. Per me, al di là della sua straordinaria età, lo è».