Evasione fiscale, il re dei super yacht assolto in appello

Fabio Perini, 77 anni, è il fondatore dello storico cantiere di Viareggio leader mondiale nelle barche da sogno. Era stato accusato di aver evaso 26 milioni di euro

Fabio Perini (foto Umicini)

Fabio Perini (foto Umicini)

Firenze, 12 maggio 2018 - Fabio Perini, l'imprenditore 77enne fondatore tra l'altro di Perini Navi, storica azienda di Viareggio leader mondiale nella costruzione di super yacht a vela e a motore, è stato assolto in appello a Firenze, 'perché il fatto non sussiste', dall'imputazione di evasione fiscale, quantificata dall'accusa in 26 milioni di euro, ed estero-vestizione.

In primo grado era stato condannato dal tribunale di Lucca a due anni.

Assolto con la stessa formula e dalle stesse accuse Francesco Sarti, Cfo di Faper Group, holding creata da Perini a cui fanno capo Perini Navi e Futura: in primo grado aveva avuto un anno e 5 mesi di reclusione. Assolti anche gli amministratori delle società lussemburghesi cui erano stati contestati gli stessi reati.

A rendere nota la sentenza della corte d'appello una nota del gruppo nella quale si spiega che i giudici di secondo grado hanno disposto anche l'immediato dissequestro delle azioni Perini Navi «che erano state sottoposte a un provvedimento di confisca per un importo di circa 22 milioni di euro» e hanno «esteso l'assoluzione a tutti i reati prescritti».

L'inchiesta che aveva portato a processo Perini e gli altri imputati risale al 2012 ed era stata condotta da guardia di finanza e procura di Lucca. In sostanza la contestazione riguardava la costituzione di una società fittizia in Lussemburgo allo scopo di non pagare le tasse in Italia.

«Abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia - il commento di Fabio Boschi, presidente di Faper Group - e oggi è stato finalmente restituito l'onore ad un galantuomo e ad un gruppo che ha sempre operato nel rispetto della legge».

Soddisfazione è stata espressa dal collegio difensivo di Fabio Perini, composto dagli avvocati Marco Miccinesi, Enrico Marzaduri e Sandro Guerra, nonché dagli avvocati Carlo Di Bugno, difensore di Francesco Sarti, e Giuseppe Bana, che tutelava gli interessi di Alexis De Bernardi, Angelo Mario De Bernardi, Marie Fiore Ries-Bonami, Jean Marc Heitz, Regis Donati, Vincenzo Arnò e Robert Arnold Reggiori.