MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Mega eventi sulla spiaggia Bacaro prosegue lo studio

Il professore di botanica che ha censito la vegetazione del Moletto confronterà i dati su micro e macroplastiche raccolti prima e dopo il Jova Beach Party

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di Martina Del Chicca

Era l’inizio d’agosto. Sulla spiaggia del Moletto il professor Giovanni Bacaro, docente di botanica ambientale all’università di Trieste, cominciava silenzioso il suo studio sul "vegetazione psammofila". Dopo aver mappato l’area totale vegetata presente nella zona del Muraglione (418 metri) ha campionato 104 plot. Gli esiti dello studio, pubblicati il 13 agosto, hanno accertato la presenza, su quel fazzoletto di spiaggia a ridosso del porto dov’è attesa "la tribù che balla" del Jova Beach Party, di tre habitat di interesse comunitario. Ragione per cui la Soprintendenza ha richiesto al Comune di integrare l’iter autorizzativo per l’evento con la paesaggistica.

Quel lavoro, silenzioso e scientifico, è diventato il fulcro di approfondimenti, dibattiti, esposti, strali – a volte oltre misura – ma anche la base di un piano di protezione. Le aree di di importanza comunitaria "verranno integralmente salvaguardate e non toccate dallo svolgimento dell’evento, sono stati spostati gli elementi dell’evento che su tale area insistevano). Nelle altre aree interessate da vegetazione – spiega il professor Bacaro – e che verranno impattate, si è proceduto alla rimozione delle spighette (la specie presente è prevalentemente Elymus) e le piante sono state interrate con tutte le radici. In questa zona verrano realizzate, a fine concerto, opere di rinaturalizzazione con i materiali vegetali recuperati (e altre soluzioni che sono state definite dall’Ente Parco, si veda la delibera specifica affissa all’albo del Parco)". Qualcuno, ridendo, "mi ha detto che potrò scrivere sul curriculum vitae di aver fatto spostare i camerini di Jovanotti... Ma – è la conclusione del professor Bacaro – sono solo soddisfatto di aver fatto il mio dovere di cittadino, da una parte, e di scienziato, dall’altra, avendo contribuito a salvaguardare un piccolo fazzoletto di natura, un bene comune di tutti noi. E anche di aver contribuito con un esempio di come sia possibile, quando si è convinti di perseguire una giusta causa, arrivare a far qualcosa di concreto per cambiare rotta".

Lo studio del professor Bacaro, realizzato insieme al biologo viareggino Walter Pulvirenti e in collaborazione con la professoressa Monia Renzi comunque prosegue. "Sono in fase di analisi i campioni raccolti ad agosto per valutare le macro e le microplastiche – spiega il docente – e abbiamo già sviluppato il piano di campionamento per le fasi di post-evento, utili a confrontare questi valori con quelli dopo il concerto". "Il nostro obiettivo – lo ricorda – , è quello di realizzare una pubblicazione scientifica e i cui risultati siano utili per la comunità scientifica internazionale e anche per le amministrazioni al fine di valutare gli impatti di megaeventi in ambienti naturali e seminaturali, argomento di cui ancora si sa poco". Perché questa è stata, fin dall’inizio, la missione del professor Bacaro. Non entrare in contrasto, ma comprendere. Non accusare, ma studiare. "Rimane il mio stupore per chi ha avuto un atteggiamento di totale chiusura, in queste settimane, di fronte al dialogo e ancor più, di fronte a dati robusti, chiari ed onesti e, soprattutto, sotto gli occhi di tutti: questo – conclude – aprirebbe una importante e dura riflessione su alcune istituzioni e associazioni coinvolte ma sono sicuro che tali discussioni troveranno più ampia visibilità e spazio (come è giusto che sia) in altri profili e sulla stampa".