DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

La mazzata della Corte Europea "Bolkestein, ci sono le soluzioni" L’onorevole Zucconi non si arrende

Per il deputato FdI esistono margini per il salvataggio "dato che non c’è scarsità della risorsa spiaggia" "Pronunciamenti legali mi confermano che a rischio sarebbero solo le concessioni successive al 2009" .

La mazzata della Corte Europea  "Bolkestein, ci sono le soluzioni"   L’onorevole Zucconi non si arrende

La mazzata della Corte Europea "Bolkestein, ci sono le soluzioni" L’onorevole Zucconi non si arrende

di Daniele Mannocchi

Tra coloro che hanno lavorato fin dall’inizio al fianco degli operatori balneari c’è l’onorevole Riccardo Zucconi, uno dei veterani di Fratelli d’Italia. La materia la conosce, e la sentenza di due giorni fa della Corte di Giustizia Europea lo fa ben sperare.

Zucconi, come legge il verdetto dei giudici Ue?

"I dati salienti della sentenza sono tre: il primo è che tutti si aspettavano che il verdetto sarebbe stato fortemente negativo nei confronti dei balneari italiani, e invece non è così".

È già qualcosa...

"È una prima notizia. Due: la sentenza ribadisce concetti già vecchi sull’obbligatorietà di mandare all’asta le concessioni, e che la direttiva è valida di per sé. Ma dice anche, ed è un punto da sottolineare, che in base all’articolo 12 della Bolkestein stessa bisogna che la risorsa sia scarsa, il che è perfettamente in linea con i criteri di concorrenza, visto che qualora le spiagge fossero scarse saremmo di fronte a un monopolio".

Cosa ne deriva?

"È un passaggio innovativo. La Corte spiega che spetta allo Stato procedere alla rilevazione della scarsità di risorsa, adottando i criteri che ritiene più opportuni e quindi su base comunale, nazionale o con un sistema ibrido. La sentenza del Consiglio di Stato dava per scontata la scarsità di risorse. Invece non è così: sarà lo Stato a valutare".

Qual è la differenza?

"Se si opera su base comunale, in comuni come Forte dei Marmi vanno tutte all’asta. Se invece la valutazione è nazionale, il discorso cambia completamente. In sintesi: se c’è scarsità di risorse, la concessioni si assegna tramite evidenza pubblica. A questo punto, diventa decisivo il discorso della mappatura".

Parlava di un terzo punto saliente.

"Al punto 73, la sentenza ribadisce un concetto, e cioè che la direttiva Bolkestein produce i suoi effetti a partire dal 28 dicembre 2009. Io sono in possesso di due pareri legali che ho acquisito ieri subito dopo il verdetto (giovedì per chi legge; ndr), che ci dicono che con questa sentenza la mia proposta del doppio binario ha un supporto giuridico".

Di cosa si tratta?

"Significa applicare la Bolkestein alle concessioni successive al 2009, quindi dal 2010 in poi. La sentenza della Corte lascia un ampio spazio di discrezionalità all’azione del governo e mi dà ragione su questo punto specifico, che rimanda alla proposta di legge che avevo presentato nel 2018. Rispetto alle vecchie concessioni, lo ius superveniens non può incidere. Una normativa che arriva nel 2009, può inficiare solo le concessioni successive".

C’è spazio di manovra: è questo che sta dicendo?

"Certamente ora il governo italiano ha margini discrezionali ampi per poter intervenire. Nonostante qualche critica, evidentemente ci siamo mossi già: magari non pubblicamente ma lo abbiamo fatto, visto che mercoledì doveva arrivare la lettera della Commissione Ue sui balneari e non è arrivata, e dato che che questa sentenza ci lascia margini d’intervento. Sono ottimista e contento. Una cosa è certa: dopo il decreto concorrenza, nessuno poteva pensare che ci mettessimo contro l’Europa. Questo è ormai impossibile: dopo 13 anni di rinvii, proroghe, fuffa e scarsa serietà dei governi italiani, si arriva al redde rationem, quindi la Bolkestein si applica. Ma bisogna vedere come, e questa sentenza ci aiuta moltissimo"