Fece uccidere il cugino, la Cassazione conferma l'ergastolo. Ma il killer resta senza nome

Roberto Romanini condannato in via definitiva quale mandante del delitto di Camaiore di dieci anni fa

I rilievi della polizia sulla scena del delitto, avvenuto l’8 febbraio di 10 anni fa

I rilievi della polizia sulla scena del delitto, avvenuto l’8 febbraio di 10 anni fa

Camaiore (Lucca), 15 febbraio 2021 - La Corte di Cassazione ha confermato l'ergastolo per Roberto Romanini, 69 anni, riconosciuto come il mandante dell'omicidio del cugino Stefano Romanini, 47enne ucciso a colpi di pistola davanti alla sua abitazione di Camaiore l'8 febbraio 2011.

Si chiude così definitivamente il processo per l'omicidio senza che, al termine della indagini condotte dalla squadra anticrimine del commissariato di Viareggio e della questura di Lucca, siano riuscite a dare un volto e un nome al killer che materialmente sparò per uccidere Stefano Romanini.

La moglie vide fuggire l'assassino la mattina dell'omicidio sotto casa pochi istanti dopo l'uccisione del marito. Per i giudici quella mano fu 'armatà da Roberto Romanini, cugino della vittima con il quale i rapporti erano diventati pessimi dopo essere stati soci in lavoro. L'accusa ritiene che Roberto Romanini pagò il killer. La Cassazione oggi ha messo la parola fine al processo ritenendo inammissibile il ricorso della difesa. Roberto Romanini era stato condannato all'ergastolo sia in primo che in secondo grado.