Del Ghingaro a Lucca, settimane decisive

Sempre più diffuse le manovre e gli incitamenti perché si candidi sindaco alla guida del terzo polo, fagocitando spezzoni di destra e sinistra

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di Beppe Nelli

Oggi è l’ultimo giorno utile perché Giorgio Del Ghingaro si dimetta per candidarsi a sindaco di Lucca, e faccia al contempo andare al voto in primavera anche Viareggio insieme al capoluogo, a Camaiore e a Forte dei Marmi, senza ritrovarsi col Comune commissariato fino all’anno prossimo. Ma Del Ghingaro non lo farà. Le condizioni per l’operazione Lucca sono cambiate, e non solo per il Covid.

Il 24 febbraio è l’ultimo giorno utile per una crisi comunale e il rinvio immediato alle urne all’imminente tornata prevista tra maggio e giugno. Però le dimissioni di un sindaco, dopo la presentazione, diventano effettive passati 20 giorni: quindi Del Ghingaro dovrebbe dimettersi oggi per agguantare il 24 e candidarsi a Lucca lanciando anche l’immediata prosecuzione della sua amministrazione viareggina con una candidatura del suo schieramento, per esempio l’assessore Federico Pierucci (considerato che Re Giorgio non si separerebbe mai dal fidato gran ciambellano Valter Alberici).

A Lucca i politici tremano alla sola idea che Del Ghingaro scenda in campo: tremano a destra, e tremano ancor più a sinistra. Ma le tessere del mosaico sono improvvisamente cambiate. Il 4 marzo il comitato per la candidatura a Capitale della cultura 2024 ha l’audizione con la giuria ministeriale. E’ matematicamente impossibile, dopo tanto fare e tanto declamare su Facebook, che la città vada allo sbaraglio con il sindaco dimissionario e nessuno a sostenere il confronto politico che si scatenerà dietro le quinte. Quindi, visto che i segnali su Lucca si moltiplicano. il sindaco deve avere sicuramente in testa altre manovre, altri scenari, altre scadenze. Magari, per la grande discesa in campo, aspetterà la proclamazione della città vincitrice della tenzone. Rispetto alle concorrenti, per Viareggio essere nella decina delle finaliste è già un successone. E poi non è ancora certo, anche se Roma ormai dipinge uno scenario Covid-free, che non si arrivi a un rinvio generale delle elezioni a settembre-ottobre come avvenuto un anno fa. In tal caso, più che mai, Del Ghingaro non avrebbe fretta a svelare le sue intenzioni.

Ma poi, conoscendolo, quanto si divertirà a vedere l’agitazione degli (eventuali) avversari lucchesi? Negli ultimi 10 giorni ha postato alcune esternazioni social. In una se la prende col Pd: "In tanti anni da sindaco ho imparato l’importanza di essere libero: essere svincolato dagli obblighi di partito è fondamentale per guidare una comunità. Per questo un paio di volte l’unico partito a cui sono stato iscritto, il Pd, mi ha gentilmente accompagnato alla porta. Un sindaco come me non può e non deve avere condizionamenti di sorta nella propria azione amministrativa". Un bel messaggio ai Dem lucchesi, che lo vedono come il fumo negli occhi, mentre a Viareggio ha ripreso con sè il Pd, ma l’ha relegato al burattino che in consiglio comunale alza le braccia a comando, e parla come l’"His master’s voice".

Inoltre la pace armata con la Regione e il governatore Eugenio Giani, che in campagna elettorale venne a chiedere i voti di Del Ghingaro, non è assolutamente migliorata: per esempio, non arriva l’accordo sull’Autorità portuale e il Comune deve finanziarsi da sé gli studi per l’asse di penetrazione, che invece sarebbe ricompreso nel pacchetto delle opere portuali a carico della Regione, essendo il porto di rilevanza regionale.

Quanto a Lucca, le dichiarazioni di Alberto Baccini – raccolte dal collega Fabrizio Vincenti – coordinatore di Italia Viva e ben saldo nel terzo polo, hanno riagitato le acque: "Mario Pardini rappresenta una soluzione possibile (come candidato del terzo polo; ndr), ma anche lui stesso ammette che se dovesse farsi strada la candidatura di Giorgio Del Ghingaro è disponibile a fare un passo indietro". Pardini a dicembre aveva rotto col centrodestra, ma chiaramente se arrivasse Del Ghingaro col suo civismo pescherebbe a piene mani non solo nel centrodestra, ma pure nel centrosinistra come ha fatto a Viareggio. Tornando a Baccini, "a Pardini abbiamo chiesto, al di là delle sue frequentazioni, se ha un progetto eminentemente civico e ce lo ha confermato". Però l’ex presidente di Lucca Crea è la "seconda scelta": "Del Ghingaro sta facendo le sue valutazioni – spiega Baccini – si tratta di scelte non facili con tanti risvolti: se decide di candidarsi è la soluzione A".