"C’è un accanimento contro le discoteche, il Seven non ha colpe"

Il presidente del Silb Emiliano Cerri difende il locale al centro delle polemiche per la gestione del caso di Covid-19.

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Il Silb scende in campo per difendere il Seven Apples sul caso della ragazza pisana andata a ballare nella nota discoteca versiliese e poi risultata positiva al Coronavirus.

"Si tratta di un episodio che prescinde del gestore, quindi il Seven non ha nessuna responsabilità. Alla serata in questione non c’erano migliaia di giovani come qualcuno ha sostenuto, ma bensì non più di 600 persone – dice Emiliano Cerri, presidente da giugno del Sindacato Italiano Locali da Ballo e socio del Maki Maki al Vialone – I titolari del Seven, appena è iniziato il tran tran mediatico sui social, si sono subito preoccupati e hanno contattato la Asl, che ha smentito la notizia della positività. Mi sembra che ci sia un accanimento ingiustificato verso le discoteche: i gestori si impegnano al 200% per far rispettare le norme, poi in strada, nelle piazze e in spiaggia succede di tutto sia di giorno e di notte".

S’è visto anche nella foto della calca per entrare al Seven. Colpa del destino. Per la movida, invece, ormai li chiamano assembramenti spontanei: si tratta soprattutto di giovani che si riuniscono a centinaia senza il bisogno del deejay o della starlette di turno e portandosi da bere da casa.

"Sono indubbiamente più sicure le discoteche con tutti i dispositivi di sicurezza, dalla misurazione della temperatura al gel, agli accessi contingentati fino al controllo dei bodyguard, che certe situazioni da giungla che si vedono in giro – prosegue Cerri – . Comunque il lavoro è cambiato dopo il lockdown. I locali si sono riconvertiti puntando sulla qualità dei servizi piuttosto che sui numeri. Certo è un anno difficile, tre mesi di stop hanno pesato e la ripartenza è dura".

Infatti locali come Hangar e Papillon sono rimasti chiusi, nessuna riapertura nell’impossibilità di fare spettacolo. Altri lavorano a metà, come la Capannina del Forte che fa ristorante con intrattenimento, ma dove per ora non si balla. E già ci sonole stime economiche dei danni che il Covid 19 ha fatto al settore delle discopteche in termnini di fatturato e posti di lavoro.

"Rispetto al 2019, prevedo un crollo del 50% degli incassi delle discoteche – conclude Cerri – Quindi la metà dei lavoratori sono a tempo part time, o a casa Ma ora vorrei lanciare un appello alla responsabilità delle singole persone, della clientela. Anche se i numeri di contagi di marzo ed aprile sono lontani, bisogna tenere la guardia alta".

Intanto si pensa già all’inverno, che impèedirà l’attività all’aperto: "Bisognerà valutare al momento, dopo la metà di settembre, perché ad oggi il ballo è consentito solo all’esterno e tra congiunti. Le discoteche sono state le prime a chiudere: con coscienza hanno anticipato lo stop del Governo e hanno riaperto a giugno. Il futuro, per il settore, non è certo roseo".

Dario Pecchia