Trintignant, l’Umbria e Perugia. «Che meraviglia, ci tornerò in vacanza»

Il grande attore francese protagonista di un emozionante spettacolo a Solomeo. Ricordi ed emozioni

Jean Louis Trintignant

Jean Louis Trintignant

Perugia, 6 aprile 2016 - «Adoro Perugia e l’Umbria. Qui mi trovo benissimo, vorrei restarci a lungo. Ma devo tornare subito a Parigi per girare il nuovo film di Michael Haneke». Jean-Louis Trintignant è un signore elegante, dolce e gentile che ‘porta’ con ironica disinvoltura il suo ruolo di star indiscussa. E’ uno dei più grandi attori internazionali, interprete di tanti capolavori (da «Un uomo, una donna» a «Il Sorpasso») e al cinema ha sempre alternato il teatro, con lo stesso successo.

Quest’ultimo week-end lo ha passato tra Perugia, all’Hotel Brufani e nei ristoranti del centro, e Solomeo, dove domenica 3 aprile ha incantato tutti con una fantastica serata di poesia e note al Teatro Cucinelli. Con il quintetto del fisarmonicista Daniel Mille, ha letto versi di Prevert, Desnos, Vian, intrecciati alle musiche di Piazzolla. Il giorno dopo, prima di partire in auto per la Francia, racconta il legame con la regione e le emozioni che si porterà a casa.

Come è stata quest’esperienza?

«Bellissima, sono davvero felice, la notte prima del debutto ho temuto di non farcela. Avevo lavorato con Mille nella scelta di testi e musiche ma abbiamo avuto poco tempo per provarlo. Quella di Solomeo è stata una prima assoluta, ringrazio Nino Marino del Teatro Stabile che, credendo fortemente nel progetto, ha saputo incoraggiarci. Anche il pubblico era appassionato, peccato non aver recitato in italiano».

Come giudica l’Umbria?

«Adoro questa regione, la considero la più bella d’Italia. Anni fa sono stato al Festival di Spoleto, una serata bellissima, ho letto una novella di Aragon sempre con le musiche di Mille e ho conosciuto il maestro Menotti».

Non è la prima volta che viene a Solomeo, vero?

«C’ero stato nel 2012 per applaudire il mio amico Patrice Chereau. Adoro questo teatro, così piccolo e sospeso nel verde. Ho anche conosciuto Brunello Cucinelli, quando gli ho chiesto dello spirito anarchico dello spettacolo ho capito che è una persona molto aperta».

Cosa dice di Perugia?

«Una città stupenda, ho avuto poco tempo per visitarla, ma non c’è bisogno di vedere i dettagli, si sente che la città è fantastica, l’atmosfera è coinvolgente, la gente è interessante, le donne molto belle».

Una curiosità, tornerà presto?

«Certo, ma in vacanza, non per uno spettacolo. Penso che lascerò il cinema e il teatro, del resto ci sono tanti giovani pieni di idee e di progetti».

Intanto però sta per girare il nuovo film di Haneke...

«Già, ‘Happy end’: è la storia di una famiglia di Calais e affronta il tema dei migranti. Il regista mi piace molto, con lui ho già lavorato in ‘Amour’».

La sua vicenda artistica è molto legata al cinema italiano...

«Sono fortunato, ho lavorato nell’epoca d’oro del cinema italiano, quando era secondo solo a quello degli Stati Uniti. Tra i film che ho interpretato, il mio preferito è ‘Il conformista’ di Bertolucci ma ricordo con piacere ‘Il deserto dei tartari’ di Valerio Zurlini: era un mio grande amico, mi piaceva la sua vita così folle. Aveva due donne, una all’insaputa dell’altra, un giorno affondò la barca di Vadim mentre eravamo a caccia di anatre, perché non capì uno scherzo. Alla fine si uccise in modo molto dolce, delicato».

Sofia Coletti