Ezio Bosso: «Che emozione Umbria Jazz...»

Il celebre pianista atteso protagonista al Teatro Morlacchi (sold out)

Ezio Bosso, pianista, compositore e direttore d’Orchestra

Ezio Bosso, pianista, compositore e direttore d’Orchestra

Perugia, 10 luglio 2016- Grande musicista, animo sensibile da sempre, uomo forte e coraggioso nella consapevolezza della fragilità umana, Ezio Bosso ti aiuta a capire che il rapporto con la vita, gli altri, le emozioni della musica sono la cosa più importante. Al Morlacchi e a UJ arriva stasera dopo essersi lasciato «scoprire» dal grande pubblico a Sanremo, in tv.

Che significa per Ezio Bosso, debuttante già a 16 anni come solista in Francia, essere a Uj?

«E’ buffo – dice –. Non sono un jazzista. In verità raggiungo l’apice dei sogni di mio fratello, appassionato invece da sempre del genere e che ha sperato a lungo di poter essere lui qui. Mi scuserò col pubblico – scherza –. Il jazz mi piace ovviamente: Duke Ellingotn, Mingus, Bill Evans, Petrucciani... grandiosi. Ma Bach e Beethoven mi hanno sempre attirato di più».

Nel 2011 lei ha scoperto di essere affetto da una malattia neuro-degenerativa ma questo non ha limitato la sua creatività.

«Io continuo a essere Ezio, un uomo che fa la musica. Non sono eccezionale – dice – sono come tanti altri. Quando mi dicono che sono un modello da seguire mi stupisco. E’ la musica che insegna, non io. Sanremo? Non ha cambiato nulla, spero solo di aver portato le persone a cercare altra musica. Questo il miglior risvolto della follia fatta di andare in tv».

Obiettivo centrato. Il suo «The 12th Room» è diventato disco d’oro. Ha portato Chopin e Bach in classifica.

«Quella è la cosa che fa piacere. Ti rendi conto di quanta responsabilità hai quando metti le mani al piano. Dai chiavi di accesso a chi non conosce o ha paura di quel genere. La musica cui appartengo non dà spazio all’ego».

Il suo brano preferito?

«Non saprei. Di certo ci sono brani che mi portano lontano nel tempo. Se penso da dove arriva la musica che scrivo e che suono direi da quel bambino che amava la Sonata op 27 n 2 di Beethoven».

Sarà in scaletta stasera?

«Chissà. A ogni concerto entra qualcosa di nuovo».

Tornerà in Umbria presto, il 4 settembre al Todi Festival.

«Sì. Così la gente che non è riuscita a entrare al Morlacchi potrà venire lì. Le novità? Io suono insieme a chi ascolta. Qualcosa cambia sempre. E magari compare pure qualche amico a suonare con me...».

Donatella Miliani