Uffici postali aperti a giorni alterni Code e disagi per i cittadini

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Rabbia e polemiche dei cittadini di Trevi che continuano a protestare (nella foto una delle ultime code) per la lunga attesa che si crea sotto i portici del palazzo comunale dove è ubicato l’ufficio postale del capoluogo. Protesta analoga, nei giorni dispari, si ripete all’ingresso dell’altro ufficio postale di Borgo Trevi. Lunghe code quelle che si registrano davanti ai due uffici Postali di Trevi e Borgo Trevi che rappresentano un autentico calvario per i cittadini e in particolare per gli anziani costretti ad aspettare ore interminabili davanti agli sportelli di Poste Italiane. Calvario iniziato dal lontano mese di marzo quando l’ufficio postale, prima di riaprire a giorni alterni rimase chiuso per oltre un mese a causa dell’emergenza Covid-19 che oltre alle proteste dei cittadini ha coinvolto anche il sindaco Bernardino Sperandio che a più riprese ha sollecitato Poste Italiane per ripristinare la normale riapertura dei due Uffici Postali. Il sindaco Sperandio, che si è fatto portavoce, inutilmente almeno fino ad ora, del forte malumore che serpeggia nella comunità trevana, denunciando ai vertici di Poste Italiane, il disservizio perpetrato a danno di una città di oltre 8000 abitanti con un flusso turistico in espansione. "Non è ammissibile, aveva tuonato il primo cittadino di Trevi, che un cittadino o un gruppo di anziani incapaci di armeggiare con la posta elettronica, siano obbligati, prima sotto il sole e adesso al freddo, ad aspettare a lungo il proprio turno prima di accedere ai servizi nelle poche occasioni in cui vengono erogati". Appello inascoltato perché i vertici di Poste Italiane continuano a rimanere fermi sulla proprie posizioni, nonostante i disagi dei cittadini.

Carlo Luccioni