Sanità Umbria, inchiesta choc. "Consenso elettorale tramite il personale"

Concorsi truccati: intercettazioni e fotografie, ecco le prove

31 maggio 2018, Duca dà un foglietto a Valorosi con le domande da porre ai candidati

31 maggio 2018, Duca dà un foglietto a Valorosi con le domande da porre ai candidati

Perugia, 14 aprile 2019 – La conferma dei direttori ai vertici della sanità umbra, nella prossima tornata di nomine, sarebbe stato il «credito da incassare» per aver gestito il «sistema clientelare» pilotando i concorsi dell’Azienda ospedaliera (almeno otto in pochi mesi quelli contestati dal gip Valerio D’Andria). Ne sono convinti i pubblici ministeri Paolo Abbritti e Mario Formisano, titolare della maxi-indagine sulla sanità che ha scosso la politica umbra con gli arresti (ai domiciliari) di Emilio Duca, direttore dell’Azienda ospedaliera, Gianpiero Bocci, ex sottosegretario all’Interno e segretario del Pd umbro (commissariato da Zingaretti), dell’assessore alla sanità Luca Barberini e del direttore amministrativo, Maurizio Valorosi e la sospensione dal servizio di sei dirigenti-chiave del Santa Maria.

«È emerso in maniera evidente nel corso delle indagini che la spinta a delinquere fosse mossa in larga parte dalla volontà per i direttori di ottenere dai vertici politici regionali – scrivono i magistrati nella monumentale richiesta di custodia cautelare al gip – la conferma dell’incarico dirigenziale. Proprio nel mese scorso la Regione ha avviato la procedura per la nomina dei nuovi direttori regionali.

Duca, Valorosi e Pacchiarini (Diamante, ndr, già direttore sanitario) hanno già presentato la domanda. E’ arrivato forse il momento di incassare i “crediti” maturati con la politica in questi anni. Ciò evidenzia ulteriormente l’attualità delle esigenze cautelari.

L’intreccio e la trama dei rapporti che l’associazione ha saputo intessere in questi anni – sottolineano Abbritti e Formisano – giustificano un intervento cautelare particolarmente rigoroso». Tanto che la procura aveva sollecitato al giudice le misure in carcere. « L’indagine ha fotografato soltanto un “frame”, anche piuttosto breve, di un contesto criminale che appare radicato da tempo con meccanismi iper collaudati. Peraltro l’assoluto stato di soggezione alle richieste dei politici regionali di maggioranza più importanti dà conto di come sia impossibile che tali condotte criminose si siano nel frattempo interrotte. Ed anzi proprio l’avvicinarsi di scadenze politiche importanti a livello regionale potrebbe acuire l’esigenza di assicurarsi il consenso elettorale tramite la gestione del personale».

Adesso, al vaglio degli investigatori ci sono centinaia di carte sequestrate e hard-disk dei computer copiati da cui potrebbero emergere ulteriori profili. Nelle prossime ore invece sarà il gip che ha emesso le misure, Valerio D’Andria a dare il via agli interrogatori (forse già lunedì) degli indagati ai domiciliari (per 60 giorni) e poi di quelli sottoposti alla misura della sospensione. Si allarga intanto il fronte delle difese: Luciano Ghirga, David Brunelli, Delfo Berretti, Marco Brusco, Francesco Falcinelli, Franco Libori e Flavio Grassini.