SARA MINCIARONI
Cronaca

Fotografo umbro arrestato per narcotraffico in Perù. "Mio figlio è stato incastrato"

Parla la mamma di Riccardo Capecchi, detenuto in Perù

Nell’immagine da un video: il fotografo di Castiglione del Lago arrestato il 20 maggio

Castiglione del Lago (Perugia), 22 giugno 2019 - «Riccardo è stato incastrato, non abbiamo dubbi sulla sua innocenza». E’ un muro di granitiche certezze quello contro cui si abbatte la detenzione in Perù del 41enne di Castiglione del Lago Riccardo Capecchi, coinvolto dagli inquirenti sudamericani nell’inchiesta per un maxi sequestro di cocaina nella quale sono finiti in carcere altri quattro italiani. «Riccardo ha conosciuto ad un matrimonio Mirko Mechini (uno degli arrestati, ndr), è stato lui a proporgli un lavoro in Perù. Gli ha offerto di fotografare una specie di vacanza-avventura che lui (il Mechini,ndr) sosteneva fosse gestita da una importante agenzia del posto. Riccardo aveva fatto diverse verifiche e l’agenzia era effettivamente molto buona, ma evidentemente era stata ‘millantata’ senza un effettivo collegamento alla faccenda – raccontano la madre del ragazzo e il legale Giuseppe Gasparri che assiste la famiglia – così ha accetato il lavoro e con tutto il suo materiale fotografico è partito per Lima, raggiungendo gli altri che dicevano lo avrebbero atteso li». Ma quelle persone che gli avevano offerto di partecipare a questa sorta di safari con dei fuoristrada dotati di vano-letto (una sorta di camper, ndr) «non si sono fatte vive per giorni – proseguono – . E lui ha iniziato a pensare che si trattasse di una bufala». Ed ecco il drammatico colpo di scena.

«La polizia fa irruzione nell’appartamento che il gruppo aveva indicato a Riccardo come luogo di incontro. Lui era lì. Sono stati gli agenti ad informarlo che Mirko e gli altri erano stati arrestati e così lo hanno invitato a presentarsi qualche giorno dopo al commissariato per sentire la sua versione». Ma nel corso di quell’interrogatorio Riccardo è stato incriminato e sottoposto a misura cautelare in carcere. E’ stato accusato di aver fatto parte dell’organizzazione a cui sono stati sequestrati 291 chili di cocaina. «E’ innocente e faremo di tutto per dimostrarlo - sostengono i familiari e il legale -. Riccardo è un fotografo professionista, incensurato. Un ragazzo pulito e perbene, vittima di una situazione più grande di lui. E’ finito nei guai perchè uno dei camper è risultato a lui intestato a lui, lo hanno convinto adducendo qualche scusa e disguido burocratico».