Oltre trecento guariti nell’arco di 24 ore

Pieni gli ospedali di Perugia e Terni: ‘viaggiano’ sull’equilibrio delle dimissioni. I malati anche a Branca, spazi a Spoleto e Città di Castello

Sarà un fuoco di paglia o davvero è iniziata la lenta discesa del contagio in Umbria? Ovviamente è troppo presto per dirlo, perché il dato dovrebbe presentarsi costante per almeno una settimana prima di poter "emettere" un qualche verdetto che abbia basi solide. Almeno questo sostengono gli esperti. Comunque va sottolineato che ieri per la prima volta da settimane la percentuale dei positivi sul totale dei tamponi effettuati è scesa sotto il livello del 10 per cento. Su 5.246 test processati, infatti, i positivi sono risultati essere 485, pari al 9,2%.

La governatrice Donatella Tesei, durante un collegamento con il Tgr Umbria, è sembrata molto ottimista, ma la cautela è d’obbligo vista soprattutto l’altalena di dati delle settimane scorse.

Il numero preso in considerazione è infatti influenzato notevolmente dai tamponi che effettuano i laboratori privati, dove spesso va anche chi non è nei tempi ‘giusti’ per scovare una eventuale positività, oppure, come capita, lo fa a scopo soltanto cautelativo. Non è certo un caso infatti che quando i tamponi sono mirati e soltanto effettuati dalla Asl (di domenica, ad esempio) le percentuali dei contagiati purtroppo risultano essere molto più elevate (30%). A confortare ieri è stato anche il numero dei guariti, pari a 332 in sole 24 ore, e comunque resta il fatto che sono oltre undicimila in Umbria le persone che si trovano adesso in isolamento, quasi l’1,5% dell’intera popolazione regionale.

Ma c’è ancora il dato delle vittime a destare grande preoccupazione: ieri sono infatti morte a causa del Covid altre 9 persone, portando così il totale del mese di novembre (con riferimento a 9 giorni) a 80 decessi, raggiungendo quelli della prima ondata che da marzo a fine agosto furono appunto 80. In pratica a novembre ci sono state una media di 9 vittime al giorno, portando così il totale complessivo da febbraio a 206. E resta estremamente preoccupante la situazione degli ospedali, ormai in piena emergenza, al punto che adesso ci sono pazienti anche all’ospedale di Branca, 14 per la precisione: i vertici sanitari regionali ne avevano parlato, ma nel Piano di contenimento (quello attuale, quindi) non era prevista l’attivazione del nosocomio di Gubbio-Gualdo, che sarebbe dovuto entrare in funzione soltanto nello step successivo, quello del Piano di Salvaguardia.

Il Santa Maria della Misericordia di Perugia intanto è al culmine: ieri c’erano rimasti soltanto tre posti nei reparti e quattro in terapia intensiva (nella grafica qui sopra sono riportati i dati), mentre a Terni in Rianimazione-Covid ci sono già due malati in più rispetto a quanto era stato previsto nel Piano di contenimento (21 contro 19), mentre sono già dodici in più i posti letto acuti occupati.

Anche a Foligno nel frattempo l’Intensiva è diventata Covid: sette su otto i posti occupati, mentre a Spoleto ne restano liberi 9 al momento in Rianimazione e 13 in reparto. In totale oggi ci sono 111 terapie intensive (su 127 che saranno attivate entro i prossimi 3 giorni), con altre attivabili qualora dovesse essere necessario. Nel frattempo le terapie sub-intensive attivate sono 59 ed è stato prevista una integrazione per arrivare a quota 74 posti totali.

I posti letto destinati all’emergenza Covid messi in piedi fin qui sono 477 (su 576), con gli ultimi 100 posti che risultano attivabili entro fine settimana, mentre sono operativi i 40 posti grigi. E in più c’è da considerare la disponibilità operativa l’ospedale da campo, che sta per entrare in funzione.

Michele Nucci