Oltre diecimila in estasi per i Ceri di Gubbio

Tanti turisti, anche stranieri, hanno assistito alla manifestazione popolare. La prima a tornare in presenza dopo la fine dell’emergenza sanitaria

Una folla entusiasta, emozionata, colorata di oltre diecimila persone (tanti turisti, anche stranieri), ha assistito ieri alla Festa dei Ceri, prima manifestazione storico-folcloristica a tornare in presenza dopo la fine dell’emergenza sanitaria e l’allentamento delle misure anti Covid. Una piazza Grande, cuore della città medioevale umbra, gremita come il 15 maggio di tre anni fa, l’ultima volta in cui fu celebrata la tradizionale manifestazione in onore del patrono Sant’Ubaldo prima che il Covid-19 bloccasse, di fatto, il mondo intero.

Tra la gente tanta emozione e commozione, comprese le lacrime di molti egubini quando il sindaco Filippo Mario Stirati e il vescovo Luciano Paolucci Bedini sulla scalinata del Palazzo dei Consoli hanno dato il via alla discesa dei Ceri delle tre famiglie dei ceraioli di Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio Abate in un tripudio di fazzoletti rossi su camice gialle, azzurre e nere e pantaloni bianchi.

Nella mattinata si è svolta l’alzata dei Ceri, uno dei momenti più intensi e affascinanti della Festa. Spettacolare per il movimento di folla e per i colori, l’uscita di corsa dei tre Ceri, salutati dagli squilli del trombettiere, lungo la scalinata del Palazzo dei Consoli, orizzontali sulle spalle dei propri ceraioli.

Poi il montaggio dei Ceri alla barella, il fissaggio sulla sommità dei Ceri delle statuette dei tre santi e il lancio delle tre brocche scagliate tra la folla assiepata, corsa ad accaparrarsi un pezzo di ‘coccio’ come ricordo.

Al suono del Campanone e in mezzo ad urla crescenti di incitamento, con un rapido movimento, i ceraioli hanno alzato rapidamente in verticale i Ceri ed hanno iniziato subito la corsa, uno dietro l’altro, aprendosi un varco tra la gente acclamante e compiendo tre ‘girate’, ossia tre giri in senso antiorario intorno al pennone centrale. Nel pomeriggio la solenne processione con la statua di Sant’Ubaldo. e la Corsa vera e propria al grido di “Via ch’eccoli“.