Nuova Monteluce, viaggio nella città tradita "Hanno distrutto tutto, c’è solo la piazza"

Doveva essere il futuro di Perugia, ma la maggior parte del vecchio Policlinico demolito è ricoperta da sterpaglie e transenne. Nell’area ricostruita supermercato, pizzeria, palestra, clinica e bar: "Lavori fermi da anni, adesso cerchiamo di sopravvivere"

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di Roberto Borgioni

PERUGIA

La ’Nuova Perugia’ che doveva far rinascere un quartiere è ancora ristretta in una piazza o poco più. Con qualche efidicio tirato su, ma anche con transenne, sterpaglie, scarti di lavori edili. E, soprattutto, senza un solo residente che abiti lì, perché non sono stati costruiti gli appartamenti annunciati. Quella della rinascita di Monteluce, sulle macerie dell’ex Policlinico demolito, è sempre più una triste favola tradita, tra soldi che mancano per pagare le imprese e lavori fermi da anni.

Abbandono e desolazione: è questa l’impressione di chi, dopo anni, entra in quello che era l’ospedale. Intanto l’ingresso principale, da dove sono passati milioni di persone nel corso dei decenni, è sbarrato da un grande portone in metallo bloccato da un grosso lucchetto. Il cartello appeso non lascia dubbi: i lavori affidati alla Krea Costruzioni dovevano essere conclusi – come scritto – entro il 30 ottobre 2019, ma non c’è anima viva in giro. Spicca solo una grande gru sopra il tetto dell’ex convento accanto alla chiesa parrocchiale di Monteluce: quei locali dovrebbero essere destinati ad uffici comunali, ma chissà come e chissà quando.

Si entra allora dall’ingresso di via del Giochetto ed ecco la piazza. Un anziano sorretto dal bastone cammina a fatica con la busta della spesa e quindi, forse, un po’ di vita c’è. Infatti il supermercato lavora a regime o quasi, si incontrano la casa di cura di Porta Sole, un Centro ricerche, alcuni poliambulatori, una pizzeria, una palestra, il bar, la residenza per studenti dell’Adisu. Poco più giù la chiesetta interna rimasta intatta. E allora, magari, torna la speranza di trovare un quartiere che rinasce. Ma svanisce in pochi passi. Perché oltre quel confine comincia la città proibita, quella alla quale non si può accedere semplicemente perché non c’è. Davanti ai viali dove c’erano la chirurgia, l’ematologia, la pediatria, la ginecologia, l’ostetricia e tante altre attività d’eccellenza del vecchio Policlinico, ora ci sono solo invalicabili cancelli in ferro arrugginiti e pannelli che cercano di coprire un triste panorama che dà su sterpaglie incolte, transenne e rottami di ogni tipo.

Un’angoscia, per chi nell’ospedale di Monteluce ha lavorato. Si entra nel bar della piazza e sembra un’oasi dopo aver visto tanto abbandono, tanta desolazione. Il locale è gradevole, nuovo, ben addobbato. Dietro il bancone c’è Lara Castiglioni, che tenta di lavorare con il sorriso: "Qui – dice – siamo fermi a tre anni fa. Sopravviviamo insieme al supermercato grazie anche agli studenti del Polo di Biotecnologie che è qui sotto in via del Giochetto e agli uffici comunali che sono al piano di sopra. Certo, avevamo altri progetti, speravamo in qualcosa di molto diverso. Invece nella zona del vecchio Policlinico non sono state costruite abitazioni, non ci vive nessuno, c’è solo lo studentato. E di sicuro nessuno viene a fare una passeggiata qui dentro. Ora cerchiamo solo di lavorare e non è facile. Sopravviviamo, come ho detto".

In uno dei tavolini sono sedute quattro persone. "Qui – dicono – ormai da 10 anni siamo nel degrado più completo. Guardate la parte in basso del vecchio Policlinico, dopo tante promesse è stata completamente abbandonata. Tra l’altro ci sono anche problemi di sicurezza, perché qui può entrare chi vuole e fare i comodi suoi senza essere disturbato. Noi nel quartiere abbiamo lavorato e vissuto, dentro e fuori l’ospedale. Ora vengono i brividi a vedere tutto ridotto così. Hanno distrutto Monteluce senza ricostruire nulla".

Nel frattempo, davanti al rudere di quella che fu la Patologia chirurgica, tre operai sono al lavoro per sostituire i pannelli di protezione. "Lì – dice un altro cliente del bar – doveva essere realizzata la nuova sede del Distretto sanitario, il vecchio Dispensario ora in via XIV Settembre. Se n’è parlato per anni, qualcuno l’ha visto?".