Neonato morto nella busta, "La madre voleva ucciderlo. Far trovare il bimbo era possibile"

Neonato morto a Terni, per il gip di Terni nessun dubbio sull’intento omicida

Il luogo dove è stato trovato il neonato morto

Il luogo dove è stato trovato il neonato morto

Terni, 9 agosto 2018 - Non era in stato d’indigenza e, soprattutto, non ha voluto salvare il bambino, provocandone la morte: per il gip Natalia Giubilei l’uccisione del neonato è stata voluta dalla mamma. Nell’ordinanza di arresto della 27enne Giorgia Guglielmi, da lunedì nel carcere di Capanne, a Perugia, con l’accusa di omicidio volontario aggravato, emergono le motivazioni che hanno spinto il gip ad accogliere la richiesta di custodia cautelare avanzata dal sostituto procuratore Barbara Mazzullo.

Nel provvedimento il giudice evidenzia che la giovane poteva contare su «un contesto familiare allargato», formato dal compagno, dalla figlioletta di 2 anni, dai genitori e dai parenti in genere, in grado di aiutarla anche economicamente; ricostruzione che contrasta con la confessione della 27enne, che ha sostenuto di aver abbandonato il piccolo proprio perché spaventata dalle difficili condizioni economiche che ne avrebbero impedito il mantenimento. Anche sulla base di questi elementi la Procura ha modificato l’accusa da infanticidio in stato di abbandono materiale e morale ad omicidio volontario. Ma non solo. Il gip parla chiaramente di intento omicida e lo fa citando un terribile passaggio dell’autopsia, secondo cui il bimbo sarebbe rimasto vivo per diverse ore prima di morire per asfissia in quanto posizionato «in una busta di plastica chiusa esposta al calore».

Secondo il giudice la giovane compiendo «un gesto crudele, non ha esitato a riporre il bambino vivo in un luogo non facilmente accessibile». «Inverosimile il suo racconto – continua il gip – nella parte in cui dichiara di averlo lasciato in modo da farlo trovare da qualcuno».

«Pur ammettendo gli addebiti – si legge ancora nell’ordinanza – l’indagata è dotata di freddezza pervicace», avendo tra le altre cose nascosto la gravidanza al compagno, un muratore albanese padre di entrambi i figli, e ai parenti, che avrebbero potuto invece garantirle un sostegno. La donna, specifica ancora il gip, era stata ripresa dalle telecamere dell’Eurospin di Borgo Rivo quando, giovedì scorso, dopo aver partorito in casa, aveva abbandonato la busta con il neonato nella siepe che costeggia il parcheggio.

Erano circa le 11. Il bimbo, ormai morto, sarebbe stato ritrovato da una cliente verso le 20. «Non ho ammazzato mio figlio. Volevo fosse ritrovato vivo», lo ha ripetuto più volte la donna all’avvocato difensore che ieri l’ha incontrata in carcere, respingendo l’accusa di omicidio. La ragazza ha anche chiesto notizie dell’altra figlia minore, ora affidata ai familiari. Venerdì sarà interrogata dal giudice.