Nancy Zhou, il talento del violino al Morlacchi

La giovane e lanciatissima musicista racconta il concerto che terrà stasera con l’Orchesra da Camera di Perugia. Dirige Bronzi

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di Sofia Coletti

E’ appena arrivata al Morlacchi per la prova generale del grande concerto che segna il suo debutto assoluto a Perugia, nella stagione degli Amici della Musica. Nancy Zhou (foto sopra), giovane e bellissima artista statunitense considerata uno dei migliori talenti violinistici del momento, è la star indiscussa dell’evento che si terrà stasera alle 20.30 nel teatro cittadino dove si esibirà con l’Orchestra da Camera di Perugia diretta per l’occasione da Enrico Bronzi, direttore artistico della Fondazione Perugia Musica Classica (info e biglietti su www. perugiamusicaclassica.com). E prima della prova generale, ieri pomeriggio, la lanciatissima violinista racconta questa nuova avventura. Al suo fianco il direttore Bronzi (insieme nella foto sotto).

"Sono entusiasta di suonare con un gruppo di giovani musicisti – esordisce Nancy – mi piace la dimensione intima e raccolta che si crea con loro. Preferisco suonare con le orchestre da camera rispetto alle grandi orchestre sinfoniche, ci trovo più trasparenza, colore, duttilità". Con lei al Morlacchi ci sarà l’Orchestra da Camera di Perugia: "Una compagine in fortissima crescita – dice orgoglioso Bronzi – che sta conquistando grandi riconoscimenti. Si respira un’atmosfera speciale, il nostro lavoro è un arricchimento reciproco. E ci piace collaborare con artisti formidabili come Nancy Zhou". E’ sempre Bronzi a raccontare il programma che si ascolterà stasera. "Proporremo un capolavoro tardo romantico come la Serenata n. 1 in re maggiore per orchestra op. 11 di Brahms. E insieme a Nancy un grande classico, il Concerto n. 1 in sol minore per violino e orchestra op. 26 di Max Bruch: un ritorno alle antiche melodie di ispirazione ebraica".

Per la giovane violinista, laureata ad Harvard nel 2017 e vincitrice di numerosi riconoscimenti, c’è l’occasione per ripercorre una carriera tutta in ascesa. Suona un violino di Guarneri del Gesù del 1742, messo a sua disposizione da un collezionista privato. "Lavoro soprattutto come solista – dice – nei festival mi esibisco con le orchestre ma non ho un organico stabile, di riferimento".

E quali sono le tappe più importanti del suo percorso?

"Penso ai concorsi, oggi sono necessari perché rappresentano una delle pochissime vetrine per affacciarsi alla ribalta. Mi piace ricordare la mia vittoria al Concorso internazionale di violino di Shanghai Isaac Stern 2018, che ha portato al mio debutto alla Carnegie Hall di New York".

Il legame con l’Italia?

"Ho suonato qui due volte, a Torino e al Paganini Festival. Ma è la prima volta che suono con un’orchestra italiana, ci sono differenze stilistiche e di approccio".

Che ne pensa di Perugia?

"Conoscevo la sua storia medievale ma è la prima volta che ci vengo, l’ho subito trovata speciale. Mi sono sentita a casa, ha le stesse salite e discese della mia San Francisco"