Impianto eolico tra Umbria e Lazio: "Necessaria un’ inchiesta pubblica"

L’associazione ambientalista Amici della Terra ribadisce la contrarietà all’installazione del sistema

Impianto eolico tra Umbria e Lazio: "Necessaria un’ inchiesta pubblica"

Impianto eolico tra Umbria e Lazio: "Necessaria un’ inchiesta pubblica"

Il grande impianto eolico che dovrebbe sorgere a cavallo tra Umbria e Lazio, tra i Comuni di Castelgiorgio, Bagnoregio e Bolsena con un impatto visivo intorno al lago, deve essere sottoposto ad una inchiesta pubblica, ovvero ad una procedura che consente a tutti di avere un quadro chiaro del progetto. Lo chiede a gran voce l’associazione ambientalista Amici della Terra che adesso sta cercando di trovate una sponda ed un sostegno anche da parte delle istituzioni umbre e laziali. Le associazioni che stanno cercando di opporsi al grande parco eolico sono una dozzina, alcuni locali ed altre di carattere nazionale come la stessa Italia Nostra. La sollecitazione di un’inchiesta pubblica che ha come scopo quello di garantire trasparenza e democraticità ai processi che portano all’approvazione di determinate opere è appositamente prevista dalla legge. Si tratta di un parco eolico di grande taglia: sette aerogeneratori della potenza nominale di sei megawatt , per una potenza complessiva di quarantadue megawatt.

L’altezza delle pale è di ben duecento metri. Non è il primo impianto ipotizzato in questa zona della Tuscia, a metà tra le due regioni, anzi ce ne sono molti altri. In questo caso si vuole evitare che le comunità locali si vedano costrette a subire una decisione calata dall’alto, delle quali si ignorano ancora molti aspetti tecnici. "I signori del vento, dopo aver condizionato la Ue, quindi il parlamento italiano ed i mass media nazionali hanno prima invaso l’Italia meridionale ed insulare, per poi dirigere la loro azione nel Centro Italia, a partire dalla Tuscia viterbese nell’Alto Lazio con successivi tentativi di espansione in atto nella Maremma grossetana in Toscana e in Umbria nell’Orvietano e sull’Appennino – dice Maurizio Conticelli di Amici della Terra –, non hanno però fatto i conti con le comunità locali, dove comitati spontanei e organizzati, associazioni, singoli cittadini ed aziende, hanno messo a soqquadro i progetti caratterizzati da impianti eolici industriali con enormi torri".

Cla.Lat.