Il progetto I detenuti diventano attori a teatro

Sesta edizione di “Per Aspera ad Astra“: lo spettacolo di Vittoria Corallo al Carcere di Capanne e al Morlacchi. Coinvolti gli studenti

Il progetto I detenuti diventano attori a teatro

Il progetto I detenuti diventano attori a teatro

Riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza. Si gioca in queste parole chiave il senso e il valore più profondo del progetto “Per Aspera ad Astra“ promosso da Acri (Associazione nazionale delle fondazioni di origine bancaria), realizzato con il sostegno di Fondazione Perugia e prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria. Il risultato, frutto di un appassionato laboratorio con i detenuti di Capanne, è lo spettacolo “La popola del futuro ama“ diretto da Vittoria Corallo, in scena giovedì 9 maggio alle 18 nella Casa Circondariale di Capanne e lunedì 13 maggio alle 19 al Morlacchi. Entrambi sono a ingresso gratuito e aperti a tutta la cittadinanza: per partecipare alla recita a Capanne si può inviare una mail a: [email protected] entro mercoledì primo maggio, per lo spettacolo del Morlacchi i biglietti si possono prenotare da giovedì 2 maggio, sulla piattaforma Eventbrite.

“Per Aspera ad Astra“ è nato nel 2018 ed è in corso in 15 carceri italiane dove ha coinvolto oltre mille detenuti in percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro: attori e drammaturghi, ma anche scenografi, costumisti, truccatori, fonici. Tratti distintivi e novità dell’evento di Perugia sono stati raccontati ieri (nella foto). "E’ uno dei progetti più riusciti che abbiamo sostenuto" dice Cristina Colaiacovo, presidente Fondazione Perugia, il direttore generale Fabrizio Stazi annuncia un film documentario e un sito internet sull’esperienza nazionale. Nino Marino direttore dello Stabile umbro ricorda che "i detenuti verranno scritturati come attori dal Tsu", Stefano Salerno sottolinea la grande novità, il coinvolgimento di studenti e studentesse dello Scientifico Galilei e dell’Artistico Di Betto. "Con il successo delle recite al Morlacchi abbiamo raggiunto l’obiettivo di avvicinare il mondo del carcere alla città". Rilancia la direttrice di Capanne Antonella Grella: "Il tempo del carcere non può essere inutile, sosteniamo il reinserimento dei detenuti nella società".

È poi Vittoria Corallo a raccontare con passione il suo lavoro. "È nato come un minuscolo progetto di volontariato, mai avrei immaginato di arrivare così lontano". La scommessa sono i 35 ragazzi delle scuole che hanno condiviso con 12 detenuti, di cui 3 italiani, la lettura del testo di Bell Hooks “Tutto sull’amore“. Quattro saranno pure in scena con i detenuti, altri hanno collaborato a scenografie e costumi. "Ci siamo confrontati – racconta Vittoria – su un saggio che rivoluziona le idee romantiche e preconcette sull’amore, ci sono state visioni molto conflittuali che ho voluto mantenere nello spettacolo, in una lingua scarna e semplice". Dei suoi attori, sottolinea, "non mi interessa la bravura, ognuno è rappresentante dell’umanità".

Sofia Coletti