"Il prof ucciso a Tarquinia era perugino". Parla l'ex fidanzata

Il racconto dell’ex fidanzata Assunta: "La mamma Anna Pasqualucci era originaria di via dei Filosofi, il padre Roberto di Ponte Felcino"

Il professore universitario Dario Angeletti

Il professore universitario Dario Angeletti

Perugia, 10 dicembre 2021 - "Sono scioccata. Dario e io abbiamo avuto una storia durata quattro anni quando entrambi studiavamo all’Università di Perugia. Ucciso così...". Assunta ha la voce rotta dalla commozione ma è come un fiume in piena. "Voglio ricordare a tutti quanto fosse bravo e determinato – dice –, ai tanti amici e ai parenti perugini, perchè la sua famiglia, poi trasferitasi nel Lazio, era proprio originaria del capoluogo umbro".

Assunta, originaria di Viterbo, laureata in Giurisprudenza e oggi funzionario ministeriale a Roma, non si capacita: "Ci eravamo rincontrati per caso un anno fa proprio a Tarquinia, Raccontarci le nostre vite era stato naturale. Anche io ho due figli e condividere le nostre esperienze familiari e professionali era stato del tutto naturale.Da allora ci sentivamo al telefono ogni tanto. Avevamo deciso che ci saremmo rivisti, ma non c’è stato il tempo purtroppo". Quindi la mente vola a un passato carico di bei ricordi. "A presentarci – racconta – fu una compagna di università a Perugia. Era il 1986, lui si era iscritto a medicina perchè la gran parte dei suoi familiari svolgeva quella professione, ma l’anno successivo aveva deciso di cambiare ed era passato a scienze biologiche. La madre, Anna Pasqualucci era biologa e docente di scienze naturali mentre il padre, Roberto Angeletti, un cardiologo stimatissimo.

Medici erano anche due zii: Vittorio Pasqualucci primario di anestesia a Perugia ed Enrico Pasqualucci a lungo primario del pronto soccorso all’ospedale di Spoleto". Mano a mano che continua il suo racconto a La Nazione Assunta rivive momenti e volti cari."Eravamo fidanzati in casa – continua –. Lui era venuto a studiare a Perugia proprio perchè i suoi erano originari di lì e il nonno paterno, un falegname di Ponte Felcino di nome Dario, gli aveva messo a disposizione una mansardina in via Fontivegge. Ho ricordi bellissimi di quel periodo. Dario era una persona meravigliosa, piena di interessi. Gli piaceva la musica, suonava il sassofono. Amava i Deep Purple e capitava di andare ai concerti. Ricordo ancora quello fantastico degli U2. Avevamo un bel gruppo di amici con i quali è rimasto sempre legato: Chica, Stefano e Gianmarco in primis, volti noti a Perugia.

Come era? Studiava era una persona mite, aveva un buon carattere ma era anche molto determinato, onesto e leale. Il mare oltre al rock era un’altra delle sue passioni. Ogni tanto scappavamo alla Giannella, all’Argentario. I suoi avevano comprato una villetta che avevano chiamato la Casetta. Uscivamo con il suo catamarano. Quante volte abbiamo scuffiato!" ricorda intenerendosi. Poi la storia si era esaurita. "Succede a quell’età – dice Assunta –. Lui ha poi conosciuto quella che sarebbe diventata sua moglie. Una ragazza di origini tedesche, studentessa a Veterinaria proprio a Perugia". "Dopo anni di silenzio incontrarsi per caso era stato piacevole. Ci legava un’amicizia profonda. Dario era un po’ amareggiato per il suo precariato all’Università, ma era determinato. Non riesco ancora a credere che sia stato ucciso...".