Covid, Umbria e Marche nella lista nera svizzera. Crisanti: "Chiudete 3-4 settimane"

Il virologo: "I pendolari vanno fermati, compresi gli studenti. Zona rossa stile Codogno"

Andrea Crisanti

Andrea Crisanti

Perugia, 10 febbraio 2021 - La Svizzera ha aggiunto Marche, Puglia e Umbria alla lista delle zone a rischio Covid, insieme a 7 nuove regioni francesi - tra cui l'Ile de France che comprende Parigi - e ai laender tedeschi di Sassonia-Anhalt e Brandeburgo. Dal 22 febbraio per chi proviene dalle zone e dai Paesi inclusi nella lista sarà obbligatorio un test negativo effettuato 72 ore prima e una quarantena obbligatoria di 10 giorni, riducibile a 7 in caso di un secondo tampone negativo. Tra le new entry della lista, pubblicata dall'Ufficio federale della salute pubblica, anche Albania, Serbia, Colombia ed Emirati arabi uniti. 

Crisanti: "Chiudere 3-4 settimane e fermare i pendolari"

Intanto Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell'ateneo cittadino, suggerisce una strategia dura: "Chiudere 3-4 settimane in maniera drastica stile zona rossa di Codogno e fermare ogni forma di pendolarismo, anche quello degli studenti, che è una fonte di diffusione del contagio da Sars-CoV-2 molto pericolosa" perché porta a varcare i confini regionali. Questa la strategia suggerita all'Umbria alle prese con le varianti del virus, nella morsa di quella inglese e brasiliana.

"Una variante come quella inglese - spiega all'Adnkronos Salute - fa sentire il suo effetto proprio con situazioni di focolai che sembrano inspiegabili e ingestibili. Ha un indice di trasmissione elevatissimo e nel risorgere del virus che sta vivendo" la regione del Centro Italia "ha un suo peso. Per questo c'è solo una cosa da fare", serrare i ranghi: "Zona rossa di 3-4 settimane. Lockdown drastico e tutti a casa per impedire che le varianti corrano".

Per Crisanti il pendolarismo degli studenti andava fermato. Proprio sull'attivazione della Dad solo per gli allievi umbri che frequentano alcuni istituti scolastici nella confinante Toscana, c'erano state polemiche seguite dall'annuncio di una soluzione per consentire ai ragazzi di spostarsi e continuare a frequentare in presenza. Ma per il virologo "andava evitato questo, perché gli spostamenti sono una fonte di diffusione del contagio e consentirli da una zona rossa verso un'area a minore trasmissione è una scelta non basata su nessuna misura di precauzione. Non ha senso. In questo momento l' Umbria non può distrarsi su entrambi i fronti: da un lato deve bloccare la trasmissione di Covid-19, dall'altro sveltire la vaccinazione".

Quanto alle notizie relative alle modalità scelte per avviare l'immunizzazione delle persone con 80 anni e più, "partire con le prenotazioni da un singolo anno di nascita, cioè solo dagli 80enni, non so che razionale abbia, non ne vedo se non in questioni di tipo logistico o legato a dati disponibili in anagrafe", conclude Crisanti. Dalla Regione hanno precisato che gli over 80 non rimarranno comunque senza vaccino e che nella comunicazione fatta oggi sulle vaccinazioni c'è stato un omissis. Per gli over 80 si partirà a breve, immunizzandoli a casa grazie a un accordo con i medici di famiglia.