Il regista di Basic Instinct gira il nuovo film a Perugia

Paul Verhoeven si appresta a girare in città una pellicola-scandalo

La premiazione di Paul Verhoeven

La premiazione di Paul Verhoeven

Perugia, 18 aprile 2018 - «Mi è bastata una passeggiata lungo Corso Vannucci: ho adorato subito la piazza, con i palazzi del Comune e della Cattedrale che si guardano, la Fontana al centro. La esalterò in tutta la sua bellezza nel mio nuovo film». Paul Verhoeven, maestro della settima arte con le sue opere dalla sensualità eccessiva e controversa, mette il sigillo su Perugia. La città sarà il set delle riprese di «Blessed Virgin»: inizierà a girare a metà luglio, dopo Umbria Jazz e racconterà la storia di due donne lesbiche in un convento, nell’Italia del Seicento.

IL GRANDE regista ha dato ieri l’ok definitivo al progetto e svelato molti dettagli. In città è arrivato nel pomeriggio, ha fatto subito un sopralluogo con il professor Nucciarelli, ha camminato tra vicoli e palazzi. Poche ore ma sufficienti a conquistarlo definitivamente. «Girerò il mio film in questa città meravigliosa», ha detto con un sorriso sornione e convinto nell’incontro che ha tenuto in serata dopo aver ricevuto il ‘Grifone d’Oro alla carriera’. Un premio («Meglio del Golden Globe», ha detto), consegnato da Daniele Corvi, direttore del Love Film Festival che ha messo a segno il colpo grosso, con il sindaco Romizi e l’assessore Fioroni anche nel ruolo di traduttore.

«Il mio film – ha raccontato Verhoeven – nasce dal libro di Judith C. Brown: non un romanzo ma un saggio storico, basato su un documento del 17° secolo ritrovato integro e ricco di dettagli sull’amore tra due donne in un archivio di Firenze. Ho subito deciso di portarlo al cinema». E perché ha scelto Perugia? «Perché la storia si svolgerà in due città e Perugia sarà quella più grande, penso ai suoi palazzi come sede ideale del Nunzio Papale». Forse le riprese si terranno anche a Bevagna, Gubbio e Montepulciano, di certo il film verrà girato in francese con protagonista la bella Virginie Efira. «La maggior parte del cast sarà femminile, prenderò comparse locali solo se parlano francese», dice il regista. E avverte: «Non mi piace dare messaggi né giudizi morali. Racconto in libertà quello che mi affascina».