Bimbo di un anno mangia la droga del padre

Lesioni colpose: indagati i genitori. Il piccolo aveva preso la marijuana dal tavolino del salotto: subito la corsa in ospedale

Pronto soccorso

Pronto soccorso

Perugia, 9 giugno 2020 - Lesioni personali colpose per non aver evitato che il loro figlioletto, appena un anno di vita, ingerisse marijuana lasciata incustodita sul tavolino del salotto di casa, in un luogo accessibile al bambino, nonostante la tenera età e, nonostante sia esperienza comune che i bimbi mettono tutto in bocca. Droga compresa.

Sono queste le accuse che la procura di Perugia contesta a due genitori di origine straniera - entrambi poco più che ventenni - ma da anni residenti nel Perugino, raggiunti nelle scorse settimane dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari, una sorta di anticamera della richiesta di rinvio a giudizio.

È il 24 giugno scorso quando il piccolo inizia ad accusare i primi malesseri e a sentirsi male dopo aver ingerito la sostanza stupefacente utilizzata dal padre e – secondo quanto riferito dallo stesso genitore – acquistata per uso personale. Non c’è tempo da perdere e la corsa verso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia è immediata per evitare conseguenze peggiori. Il bambino entra il pronto soccorso praticamente intossicato, viene subito ricoverato nel reparto di Pediatria e sottoposto a cure mediche appropriate e a lavanda gastrica per scampare il pericolo di vita.

La situazione è delicata, anche per via dell’età del paziente che, dopo aver ricevuto tutta l’assistenza sanitaria indispensabile, riuscirà a salvarsi. Le lesioni diagnosticate dai medici consisteranno in un "lieve rallentamento ideomotorio (Riduzione della vigilanza e della motilità, per processi patologici acuti o cronici, da cause primarie del sistema nervoso, ndr)", ma il peggio è ormai alle spalle e dopo qualche giorno il bimbo è stato dimesso ed è potuto tornare a casa. Nel frattempo però a carico dei genitori scatta l’indagine dell’Anticrimine della Questura di Perugia. Il pubblico ministero Manuela Comodi contesta ad entrambi le lesioni colpose perché, per "imprudenza e negligenza", avrebbero consentito o comunque non avrebbero impedito che il loro figlio minore ingerisse la sostanza stupefacente utilizzata dal padre, mettendo così a rischio la sua vita.

Intanto il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Perugia ha nominato un curatore speciale per tutelare gli interessi del minore, essendo comunque parte offesa nel procedimento penale a carico dei genitori, ora indagati in concorso.

«I miei assistiti si dichiarano estranei alle ipotesi di reato contestate dalla procura – è il commento dell’avvocato Massimo Brazzi, difensore della coppia – Purtroppo è stato un gesto repentino e imprevedibile da parte del bambino, sfuggito per un istante al controllo dei genitori, fino ad allora sempre adeguatamente curato e custodito. I genitori sono da anni in Italia ed entrambi perfettamente integrati". © RIPRODUZIONE RISERVATA