Sgarbi, tra Caravaggio e lo spot dimenticato

Il critico d'arte in teatro ad Assisi. Ma non rinuncia alle polemiche

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi

Assisi, 6 gennaio 2017 - "Quando ero ragazzo, nel ’78, sono stato Soprintendente in Umbria, è ovvio che con l’emergenza del terremoto sia tornato subito sul campo». Istrionico, provocatore, appassionato: Vittorio Sgarbi conferma il suo legame profondo con il Cuore Verde d’Italia. E lo fa in un’occasione speciale, lo spettacolo teatrale «Caravaggio» che porterà in scena questo lunedì alle 21 al Lyrick di Assisi, mescolando parole, musiche e immagini. Lo show apre la stagione 2017 di Umbria Eventi d’Autore e con il critico d'arte ci saranno le musiche di Valentino Corvino e le immagini delle opere più rappresentative del pittore curate da Tommaso Arosio. Regia di Angelo Generali Sempre in prima linea? «Certo, ero a Norcia fin dalle prime scosse, ho seguito i lavori delle Soprintendenze, lo ho messe in contatto con gli enti locali, all’inizio c’era diffidenza, poi piena collaborazione. A Gubbio ho preso coscienza dell’allontanamento dei turisti, anche là dove il terremoto non c’era stato». E cosa ha fatto? «Ho cercato di contrastare questo calo in modo pratico e sistematico. Ho fatto uno spot concordato con la Regione. Ora sono molto dispiaciuto». Perché, cos’è successo? «Non è ancora andato in onda, penso per ragioni di bilancio, e si è perso il vantaggio di tamponare la falla della stagione natalazia. Per questo avevo puntato sulla scoperta del disegno di Leonardo sulla Cascata delle Marmore. Peccato... ». Come va ad Amelia, dove è commissario alle Belle Arti? «Dopo Rubens sono in arrivo nuove iniziative, penso a una mostra su PierMatteo di Amelia. La città è piena di monumenti bellissimi e semisconosciuti, ha avuto un’incuria che l’ha protetta e lì si possono fare operazioni bellissime». Intanto lunedì porta la storia dell’arte a teatro... «Sono favorito dalla figura di Caravaggio, è personalità drammatica, piena di chiaroscuri, non è certo un pittore da cavalletto fermo davanti alla tela. La sua vita avventuosa lo ha reso personaggio popolare e maledetto». Come sarà lo spettacolo? «Parto dal paragone con Pasolini e mi avventuro in considerazioni che confermano l’assoluta contemporaneità di Caravaggio. Un impianto in sei quadri, che vanno dalla giovinezza alla morte dell'artista e lasciano spazio alle mie improvvisazioni»».