Salemme, "La mia festa esagerata!"

Il popolare attore protagonista a teatro a Todi e Assisi

Vincenzo Salemme

Vincenzo Salemme

Perugia, 4 gennaio 2017- "Amo l’Umbria e la considero quasi una seconda casa. In fondo vivo qui vicino, a San Casciano dei Bagni, dove ho pure la residenza. Per questo sono molto legato alla vostra regione, ci vengo molto spesso. Non solo per lavoro». E’ carico a mille Vincenzo Salemme, che torna a teatro con «Una festa esagerata...!», il nuovo spettacolo che ha anche scritto e diretto. Il popolare attore napoletano sarà così in scena giovedì 5 gennaio alle 21 al Comunale di Todi, poi venerdì 6 e sabato 7, alle 21.15, al Lyrick di Assisi. Ci racconta questa ‘Festa esagerata’? «L’idea nasce dallo svelare in chiave realistica e divertente il lato sconosciuto e grottesco dell’animo umano. Per questo ho ideato una commedia nera dove racconto la piccola borghesia, la gente comune e silenziosa». La storia qual è? «Quella di una festa strepitosa, assurda, sfrenata che una coppia organizza sulla terrazza di casa per i 18 anni della figlia. Peccato che poche ore prima muoia l’inquilino del piano di sotto. E dal dolore si passa alla rabbia e al panico, si cerca di nascondere la notizia per non rovinare la festa». Dove ha preso l’ispirazione? «Non lo so, forse la fantasia non esiste, un artista deve filtrare quello che vede e sente con la sua sensibilità. Qui la storia mi prorompe dal cuore e con l’occasione torno alla commedia, a una struttura drammaturgica classica, con un’interpretazione più matura». E’ una svolta nel suo stile? «Dire una maggiore esperienza. In questi anni ho contaminato la drammaturgia con la lingua della tv e del cabaret, ora torno a sperimentare un racconto classico, in forme moderne». Lo spettacolo doveva debuttare proprio a Todi.. «Già, la prima era fissata il 5 novembre, il terremoto ci ha costretto ad annullare la settimana di prove a Todi. Adesso torno con la speranza di portare un po’ di buonumore, non per dimenticare ma per irrobustire e affrontare meglio il dolore. Voglio dare il mio contributo professionale, con un sorriso». E dopo c’è Assisi... «Sono felice, perché sono molto legato a questa città, ogni volta che entro nella Basilica di San Francesco sento un tremore al cuore, una gioia commovente per la semplicità e la leggerezza francescana».