Gianluca Grignani: "La mia musica per i terremotati"

Il cantautore sarà in concerto sabato 12 a Foligno con suo "Acoustic Tour"

Gianluca Grignani

Gianluca Grignani

Foligno, 8 novembre 2016 - Il suo pensiero va subito a chi è stato colpito dalla tragedia del terremoto. «Ho fatto di tutto per tornare a suonare in Umbria, il mio concerto sarà dedicato a loro, spero di far passare una serata spensierata con la mia musica». Così Gianluca Grignani annuncia i temi forti e i sentimenti del concerto del suo «Acoustic Tour» che sabato sera alle 21.15 proporrà all’Auditorium di San Domenico. E’ IL GRANDE finale di stagione 2016 della rassegna «Foligno Musica» (biglietti disponibili on line e nei punti vendita di Ticket Italia) e il cantautore promette di ripercorrere i venti anni della sua carriera, sempre vissuta in prima linea. «La popolarità non mi è mai interessata, quello che mi interessa è arrivare alla gente» . Ci racconta come sarà il concerto di Foligno? «Un concerto acustico dove sarò da solo con la mia chitarra e la mia gente: è un concerto intimo, vedo in faccia il pubblico, suonerò a braccio i miei pezzi. Non ho un scaletta precisa e sarà molto emozionante per me. Sono affezionato all’Auditorium e a Foligno». E su cosa si concentrerà? «Suonerò i pezzi più famosi e meno, è il contatto visivo con la gente che mi interessa. Vent’anni di carriera. Come è cambiata la sua musica, il suo modo di essere artista? «Più che cambiato è cresciuto, è maturato, le mie canzoni nascono sempre dalle mie emozioni, vivo in mezzo alla gente, mi viene più facile scrivere». I suoi legami con l’Umbria sono forti? «E’ dal 2011 che non ci suono, ricordo benissimo un allestimento di 15 giorni, sempre a Foligno, mi sono sentito a casa. Amo l’Umbria e non vedevo l’ora di tornare». Torna adesso, in un momento difficile..  «Mi dispiace per tutto quello che sta accadendo in Umbria, spero di portare un po’ di serenità con la musica, lo spero di cuore. Abbraccio le persone che hanno perso tutto e stanno vivendo in una tenda...siete voi la vera forza!».