La "Farm Studio Factory" e l'omaggio a Steno

La grande ascesa della casa di produzione tifernate

Il team della Farm Studio Factory

Il team della Farm Studio Factory

Perugia, 23 gennaio 2017 - C'è una forte e orgogliosa impronta umbra nell’omaggio nazionale a Steno, nome d’arte di Stefano Vanzina, regista cinematografico tra i più eclettici e innovatori, padre della ‘commedia all’italiana’. Per celebrare il centenario della nascita, il 12 aprile si inaugura a Roma, alla Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea, la mostra «Steno, l’arte di far ridere». E qui entrano in gioco i giovani visionari della «Farm Studio Factory», società di produzione tifernate, con sede a San Giustino, come racconta il regista Alberto Fabi che con Matteo Carbone ha creato la struttura nel 2009. Qual è il vostro contributo? «Curiamo tutti i contenuti multimediali della mostra, la prima monografica dedicata a Steno, con filmati e interviste che affiancano reperti di scena e fotografie. Molte, tra l’altro, vengono dal mio archivio privato, ‘Latitudine’, il più grande in Italia per foto di scena». L’avventura prosegue, vero? «Già, perché con la collaborazione dei figli Enrico e Carlo Vanzina, vogliamo realizzare un documentario su Steno, sulla sua vita privata e lavorativa, per svelare come i suoi film abbiano raccontato l’Italia attraverso lo sguardo della commedia. Sarà pronto a settembre: sarò il regista e il nucleo si baserà su interviste a personaggi famosi». Ci racconta cos’è la ‘Farm Studio Factory’ «Siamo una struttura indipendente e all’avanguardia, nata con l’idea di gestire produzioni audio e video, in modo professionale. La sede è a San Giustino, intorno ruota un gruppo di giovani da tutta Italia. Siamo fornitori per Rai e Sky per tanti settori dell’audiovisivo, abbiamo realizzato dirette streaming, videoclip e dischi».». Di recente vi è arrivata una grande soddisfazione, vero? «Già, il riconoscimento di interesse culturale che il Mibact ha assegnato al nostro cortometraggio ‘What about Jingle Bells?, un marchio di qualità e d’autore che il Ministero ha concesso solo a tre corti su 60 in Italia che avevano fatto domanda». Di cosa si tratta? «E’ un cortometraggio surreale sul Natale, l’abbiamo girato tra gennaio e aprile nelle foreste e i paesi umbri, la produzione è durata un anno. Ho firmato la regia e scritto la sceneggiatura con Diego Trovarelli, di Marsciano, il cast schiera attori umbri e non come Mauro Silvestrini, Francesco Bucci, Massimo Buoncompagni, Matteo Schifanoia».