Luna Rossa, Capitani è il signore delle vele. "Giro il mondo, ma non dimentico lo Scoglio"

Sail designer per North Sails, Marco Capitani è alla sua quarta Coppa America con Luna Rossa

Marco Capitani (foto Carlo Borlenghi)

Marco Capitani (foto Carlo Borlenghi)

Porto Santo Stefano (Grosseto), 9 febbraio 2021 - Dall'Argentario alla Nuova Zelanda, l'importante è andare a vela. E se le vele sono disegnate da Marco Capitani il viaggio è de luxe. Sail designer per conto di North Sails,è alla quarta Coppa America con Luna Rossa dopo quelle del 2000, del 2003 e del 2007.

Capitani, quarta Coppa America con Luna Rossa: quali i ricordi più belli? E i cambiamenti di questi anni?

"Ho iniziato nel 1997 a 22, quando c’erano gli IACC ver.5, barche molto affascinanti ma decisamente molto diverse rispetto a quelle di oggi, basti pensare alla velocità con cui navigano, al peso, all’equipaggio, alla tecnologia a bordo. Credo che la prima Coppa America, quella del 2000, sia quella con tanti bei ricordi. Ma devo dire che ogni Coppa America ha una bella parte umana da ricordare ed anche questa non sarà da meno".

Quali sono le caratteristiche delle vele in questa edizione?

"La caratteristica più evidente è stata l’introduzione della soft wing, vale a dire le due rande issate su un albero con sezione a D. Non è una novità assoluta, già ai primi del 1900 era stata testata questa tecnologia, ovviamente qui parliamo di un’evoluzione. La doppia randa crea un grosso vantaggio aerodinamico e ci permette di dare forma diversa alla vela di sottovento e di sopravvento. All’interno delle due rande ci sono una serie di sistemi che permettono di regolare la parte alta e bassa della vela (sistemi attivi) e sistemi non attivi nella parte centrale. Mentre per le vele di prua, stiamo lavorando su vele abbastanza convenzionali. Mentre per i materiali è sempre una continua evoluzione. In particolare ogni team studia attentamente la disposizione delle fibre all’interno delle vele. Il team usa materiali e vele prodotti da North Sails che è l’azienda per cui ho sempre lavorato".

Come si diventa sail designer?

"Sono il tipico esempio di sail designer che è diventato tale con l’esperienza sul campo, dopo anni di osservazione e di lavoro a contatto con grandi professionisti. Ho iniziato nel 1997 con Luna Rossa e ho avuto la fortuna di avere accanto quelli che erano i guru della vela, sia come velisti che come sail designer del calibro di Guido Cavallazzi. Piano piano, osservando le vele durante le uscite in mare e avendo affianco professionisti del calibro di Guido Cavallazzi, sono diventato il link tra il velista e il designer. Nell’ultima Coppa America di Valencia del 2007, ho conosciuto un manager della North Sails che mi ha chiesto di lavorare per loro. Mi sono ritrovato a lavorare con Giovanni Cassinari da cui ho imparato tanto".

Lei è di Porto Santo Stefano, qual è il suo rapporto con la sua terra e il suo mare?

"Sono cresciuto a Porto Santo Stefano a cui sono legato. Ho girato tanto il mondo per lavoro tra Auckland, Valencia, Cagliari, ma amo il mare bellissimo della Toscana e quando posso ritorno sempre volentieri allo “Scoglio” come lo chiamiamo noi. L’anno scorso ho deciso di sposarmi nella Fortezza Spagnola di Porto Santo Stefano".