Urbanizzazione su larga scala e tecnologie L’impatto sulle aziende della crisi climatica

Simone Guidi, partner di PwC: "La sfida sullo sviluppo sostenibile coinvolge tutti. La prosperità di un business è legata all’ambiente"

Migration

Un tempo caro solo alle aziende e ai cittadini più sensibili, il tema della sostenibilità è oggi centrale nel business e nella finanza, influenzando pesantemente l’andamento economico di singole società e di interi Paesi. Ma da cosa deriva questo cambiamento? E cosa ha portato a una diversa percezione del peso degli ESG (Environmental, Social and Governance) ovvero i tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento? "Negli ultimi anni abbiamo assistito a cambiamenti significativi nel nostro pianeta – spiega Simone Guidi, partner PwC Italia -. L’urbanizzazione su larga scala, l’accelerazione dello sviluppo tecnologico, l’invecchiamento della popolazione, la crisi climatica e la scarsità di risorse naturali sono solo esempi di fenomeni evidenti, i cui impatti sulla società e sulle aziende sono sempre più rilevanti. Per questo, le sfide dello sviluppo sostenibile coinvolgono oggi tutti i componenti della società: le istituzioni, il sistema economico e finanziario e i singoli cittadini". Da qui la richiesta pressante e importante di risposte, attraverso azioni concrete.

"Le richieste degli investitori – prosegue Guidi - dei regulator e dei diversi stakeholder, stimolano sempre di più le organizzazioni ad agire: la prosperità di un business è collegata alla sua capacità di adattarsi all’ambiente, di valutare i rischi e la loro evoluzione nel tempo e di cogliere tempestivamente i segnali sui mercati: la sostenibilità e i temi ESG sono un fenomeno pervasivo e rilevante del quale le aziende devono tenere conto".

In questo specifico momento storico, la sostenibilità è inoltre una straordinaria occasione per attuare la trasformazione del nostro Paese, anche grazie all’accelerazione che il Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) imprimerà a questo cambiamento. "Oggi possiamo incidere sul nostro impatto ambientale senza penalizzare i risultati economici, ma al contrario rendendo l’azienda capace di attrarre talenti, investimenti e risorse finanziarie – spiega ancora Guidi - . Ciò richiede lungimiranza e capacità di valutare a 360 gradi gli impatti del cambiamento climatico sulle diverse attività e funzioni aziendali. Questo ci porta a dire che la sostenibilità deve essere integrata nei piani strategici delle società. I membri dei consigli di amministrazione dei grandi gruppi italiani sono ormai generalmente aggiornati su questi temi e richiedono all’amministratore delegato e al management team un impegno sempre più deciso sui temi ESG. Questo vale anche per le aziende di medie e piccole dimensioni, dove si riscontrano primi esperimenti virtuosi. Interessante anche la diffusione della forma legale della società benefit, sulla quale l’Italia ha certamente una normativa all’avanguardia, che viene scelta come strumento di rafforzamento della strategia e del posizionamento dell’impresa su temi di sostenibilità".

Benché la generalità delle aziende sia poco abituata ad affrontare in maniera strategica il tema della sostenibilità, si spera insomma che la flessibilità operativa che ha sempre caratterizzato le aziende familiari italiane consenta un’accelerazione e un’implementazione più completa ed efficace delle tematiche ESG nell’ambito della strategia. A rinforzare la necessità di una gestione proattiva e lungimirante dei temi ESG in azienda c’è infine la finanza. "Oltre a quella pubblica con PNRR e fondi strutturali – conclude Guidi - anche la finanza privata premia le aziende consapevoli in quanto ritenute in grado di fronteggiare meglio condizioni avverse di mercato e ottenere migliori performance rispetto ai competitor. Nel 2020, infatti, le imprese caratterizzate da rating ESG più elevati hanno mostrato maggiori rendimenti differenziali nonché resilienza anche nel contesto della crisi economica in corso e un recente studio di PwC riporta che oltre il 75% degli investitori istituzionali europei intervistati intende interrompere l’acquisto di prodotti europei non ESG entro i prossimi due anni".

Lisa Ciardi