"Serve gente preparata al risk management"

Valter Quercioli, presidente toscano di Federmanager, indica il futuro "Bisogna saper gestire l’instabilità in contesti sempre imprevedibili"

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di Monica Pieraccini

Dal 2008 ad oggi è stato un susseguirsi di eventi traumatici, che hanno avuto un forte impatto sulle imprese e determinato continui e rapidi cambiamenti del mercato. I manager sono oggi chiamati ad una nuova sfida, quella di interpretare questi cambiamenti elavorare per il bene delle future generazioni. Federmanager Toscana rappresenta 2.500 manager, per il 90% dirigenti di aziende industriali e multiservizi, circa la metà di quelli che lavorano nelle aziende della regione. Presidente toscano è Valter Quercioli.

Com’è cambiato il ruolo del manager?

"Dalla crisi finanziaria del 2008 si è verificato di tutto e dopo la pandemia ci troviamo di fronte ad una crisi energetica, alla difficoltà per le imprese di reperire componenti, il che provoca problemi sulle loro linee produttive. Un’instabilità che i manager devono sempre più abituarsi a gestire, in contesti imprevedibili. Chi avrebbe mai potuto prevedere il conflitto in Ucraina, il rialzo dei prezzi di energia e materie prime? Per questo oggi più che mai il manager deve formarsi, essere preparato sul risk management, sulla sostenibilità, la digitalizzazione".

Qual è, come associazione, la vostra missione?

"Da un lato forniamo assistenza e supporto ai manager rispetto al loro rapporto di lavoro o alla loro formazione, dall’altro mettiamo in campo risorse che vanno a beneficio anche della società. Abbiamo creato dei profili specifici di manager, con certificazioni che hanno valenza nazionale: il manager della digitalizzazione, della sostenibilità, della rete di imprese, dell’export e internazionalizzazione. A livello territoriale, e dunque regionale, puntiamo molto sulla formazione, per dare competenze tecniche da un lato e soft skill dall’altro. Il manager deve conoscere se stesso per adattarsi al contesto che cambia".

Avete qualche iniziativa specifica in programma?

"Il prossimo 19 maggio ci sarà un incontro con Riccardo Scandellari, grande esperto e divulgatore sul tema del personal branding".

Con la pandemia prima e la crisi Ucraina poi, le aziende toscane ricorrono ancora alla figura del manager?

"La notizia positiva è che, nonostante il periodo, nonostante i traumi vissuti in grandi aziende, anno su anno il numero dei manager si mantiene costante. Inoltre, vediamo sempre più imprenditori frequentare i corsi di managerializzazione e ciò ci dà fiducia per il futuro, perché evidentemente si riconosce l’importanza delle competenze manageriali in azienda. Certo, resta una diffidenza rispetto a questa figura, sopratutto nelle piccole imprese e in quelle di prima generazione".

In Toscana funziona il ‘temporary manager’?

"E’ una figura che si sta diffondendo anche nella nostra regione, ma ne vorremmo vedere molti di più di manager ‘a progetto’. Alcune aziende ritengono troppo costoso assumere un manager. Con il temporary manager possono ovviare al problema, affidandosi a questa figura per raggiungere uno specifico obiettivo, come per esempio sbarcare su un nuovo mercato. Tra l’altro, proprio per aiutare le aziende che oggi si trovano in difficoltà, esistono dei contributi a fondo perduto volti a ridurre i costi".

Di cosa si tratta?

"Il progetto si chiama ‘Rinascita manageriale’ ed è un finanziamento a fondo perduto con un duplice obiettivo: favorire il reinserimento dei manager nel sistema produttivo e sostenere le imprese nella ripartenza e nella realizzazione di interventi di sviluppo attraverso l’iniezione di competenze manageriali. Le figure devono essere ingaggiate in uno di questi settori: innovazione e digitalizzazione, sostenibilità, organizzazione del lavoro post-covid, export. Il contributo copre i costi sostenuti dalle imprese nelle fasi di assessment aziendale e di ricerca e selezione del personale".