di Lisa Ciardi
"I modelli di business di maggior successo sono quelli che integrano i valori della sostenibilità negli obiettivi strategici: ed è la strada che percorriamo anche noi, consigliando questa strategia ai nostri clienti". A spiegare la visione di PwC sul tema della sostenibilità sono Alessandro Parrini e Francesco Forzoni, partner PwC Italia che fanno il punto sugli ESG (Environmental, Social and Governance) ovvero i tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento. "In PwC guardiamo alla sostenibilità come elemento chiave per sviluppare i nostri servizi e accompagnare così il percorso virtuoso che i nostri clienti scelgono. Per questo motivo, abbiamo strutturato un team di competenze multidisciplinari, impegnato nel fornire soluzioni che garantiscano il perseguimento di risultati sostenibili. Non solo competenze sulle "soluzioni" dunque, ma anche sui "settori" (le industry) per poter guardare alle sfide dei nostri clienti integrando anche, ove necessario, l’uso della tecnologia".
La sostenibilità, il rispetto dell’ambiente ma anche l’impegno su temi etici, s’intrecciano così ad altri obbiettivi come: definire piani, politiche e strumenti di misurazione e monitoraggio dei risultati; adottare una adeguata struttura di governance per gestire il business in modo integrato eliminando la dicotomia "business vs sostenibilità" che a lungo ha rappresentato il sentire dell’imprenditore; garantire elevati livelli di trasparenza e di affidabilità delle informazioni; diffondere una cultura aziendale che rifletta una visione sostenibile del modo di affrontare il proprio mercato; ottenere un vantaggio reputazionale, quindi competitivo, significativo; attivare canali di ascolto e dialogo con tutti gli stakeholder chiave. Per capire il peso strategico della sostenibilità, anche a livello economico, basti pensare che, negli ultimi anni, il numero di banche e investitori istituzionali che investono in ambito sostenibilità è aumentato in modo esponenziale: i fondi sostenibiliESG hanno raggiunto livelli record nel 2020 con oltre 51 miliardi di dollari di nuovi investimenti, più del doppio del precedente record stabilito nel 2019. A settembre 2020, il PRI (Principles for Responsible Investment, i 6 criteri stabiliti dalle Nazione Unite per appoggiare gli investitori nell’implementazione di aspetti ESG nelle loro decisioni di investimento) contava oltre 3.000 firmatari con 85 trilioni di euro di asset in gestione (AUM – Asset Under Management), rispetto ai soli 63 firmatari con 5 trilioni di euro di AUM nel 2006. La finanza sostenibile, che si pone l’obiettivo di creare valore sul lungo periodo, svolge in tal senso un ruolo fondamentale, sia per il finanziamento di progetti in linea con il rilancio economico in chiave di sostenibilità, sia tramite la creazione di strumenti e strategie che spingano le imprese ad integrare i fattori ESG nel loro modo di fare business.
Gli intermediari, inoltre, devono considerare i possibili benefici economici derivanti dal finanziare un’impresa "sostenibile" rispetto aa "tradizionale"; nel 2020 le aziende caratterizzate da rating ESG più elevati hanno mostrato rendimenti differenziali più elevati. Tra l’altro dal fy21, ma con maggior profondità dal fy22, ci saranno i primi risultati dell’applicazione della "tassonomia europea", la prima norma che aiuta a definire quanta parte, di un determinato business, sia in effetti "green". È un passaggio importante, ancora forse sottovalutato, ma l’applicazione progressiva del Reg 85220 della EU diventerà il vero strumento di rating per valutare per performance ESG delle società. Non va dimenticata, infine, la scelta della Commissione Europea di legare buona parte dei fondi del Recovery Fund (in Italia circa 60 miliardi di euro del cosiddetto PNRR) alla transizione ecologica e a obiettivi di carbon-neutralità espressi nel green deal.