Lo sviluppo sostenibile è vitale Così il business diventa competitivo

Veronica Poggi, partner PwC Italia: "Un tema che coinvolge il benessere delle persone e la qualità dei processi aziendali"

Lo sviluppo sostenibile è vitale  Così il business diventa competitivo

Lo sviluppo sostenibile è vitale Così il business diventa competitivo

FIRENZE

Lo sviluppo sostenibile non è più un tema accessorio, ma un elemento strategico e necessario per la competitività del business. Lo dimostrano i risultati della 26ª Ceo Survey di PwC, dai quali è emerso che per reinventare e consolidare il modello di business, è fondamentale per i Ceo programmare investimenti che combinino tecnologia e sostenibilità per capitalizzare le opportunità associate ai temi Esg.

"La sostenibilità non è solo una questione ecologica – spiega Veronica Poggi, partner Pwc Italia – implica anche il benessere delle persone e delle comunità e la qualità delle pratiche e dei processi aziendali. Queste tre dimensioni sono identificate dall’acronimo Esg: sostenibilità ambientale (Environmental), sociale (Social) e di Governance. È su queste tre dimensioni extra-finanziarie che investitori, dipendenti e consumatori valutano l’operato aziendale in termini di sostenibilità".

La spinta verso la sostenibilità che le aziende percepiscono da parte dei consumatori è molto forte, soprattutto da parte delle nuove generazioni. Dal 7° Osservatorio Millennials e Generation Z di PwC emerge che, per sei giovani consumatori su dieci, le aziende comunicano le caratteristiche dei loro prodotti in modo poco trasparente. Dinamiche che si riflettono sui consumi: per il 34% dei giovani italiani la sostenibilità ambientale e il packaging eco-friendly sono decisivi nelle scelte di acquisto, per questo scelgono prodotti che aiutano a proteggere l’ambiente evitando la plastica quando possibile. I comportamenti sostenibili devono essere però reali, dato che i danni reputazionali del "greenwashing" possono essere catastrofici. "La spinta verso la sostenibilità non arriva solo dal mercato – prosegue Veronica Poggi - ma anche dalle istituzioni, a partire dai 17 obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In Italia, il Pnrr pone lo sviluppo sostenibile al centro destinando 59,5 miliardi di euro alla transizione ecologica dell’economia, con interventi che spaziano dall’agricoltura alla gestione dei rifiuti, le energie rinnovabili, la tutela della biodiversità. Ai fondi pubblici si aggiungono i Sustainability Linked Loans, prestiti che legano il costo del finanziamento al raggiungimento di obiettivi Esg predeterminati e dei Green Loans, dedicati alla realizzazione di progetti green".

I fattori di sostenibilità hanno assunto importanza sia nella selezione degli investimenti che nella valutazione dei risultati, e ciò ha reso necessario fornire una definizione chiara di "investimento sostenibile" e dei parametri Esg. La Commissione Europea ha pubblicato il "Regolamento Tassonomia dell’Ue per la finanza sostenibile" (o Regolamento Ue 2020852), in vigore da luglio 2020, che fornisce un sistema di classificazione delle attività economiche ecosostenibili. Infine, a ottobre è stata approvata dall’Ue la nuova direttiva Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive) per garantire che le imprese promuovano un’informazione adeguata su rischi e opportunità di sostenibilità. Questa ha stabilito i nuovi standard per la reportistica Esg ed esteso l’obbligo di rendicontazione.

La centralità della sostenibilità è così radicata da far evolvere il concetto stesso di azienda. Un esempio sono le Società Benefit, che nel proprio oggetto sociale includono anche un impatto positivo sulla società e sull’ambiente, oltre alla ricerca del profitto. In Italia sono oggi più di duemila e sono più che raddoppiate tra il 2020 e il 2021 anche grazie a incentivi fiscali per la loro creazione o per la trasformazione di società tradizionali in società benefit. La sostenibilità è al centro del dibattito pubblico ed è ormai una priorità per gli imprenditori.

Lisa Ciardi