Galleria dell’Accademia Nuova luce dopo il restyling

Conclusi due anni di cantieri e lavori. La direttrice Hollberg: "Adesso ogni opera, al di là del David, è al centro dell’attenzione". In netto aumento le presenze .

Galleria dell’Accademia  Nuova luce dopo il restyling

Galleria dell’Accademia Nuova luce dopo il restyling

FIRENZE

"Finiti oltre due anni di cantieri, finalmente il museo è in equilibrio perché ogni capolavoro, al di là del David, è al centro dell’attenzione. Vediamo i visitatori distribuiti in tutte le sale e non solo davanti all’icona creata da Michelangelo". A parlare è Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze. Tre motivi per visitare il museo, oltre al David?

"I motivi sono tanti, così come le opere conservate che per me sono tutte bellissime, ognuna ha una sua storia, ha qualcosa da raccontare e ha il suo grande momento per una mostra, un restauro, una ricerca. Se devo indicare tre motivi, intanto è uno dei musei in cui è possibile ammirare, in un’unica sede, il maggior numero di opere scultoree del famoso Michelangelo Buonarroti, sette marmi, tra cui i Prigioni e non ultimo il David. Secondo motivo: la Galleria raccoglie capolavori dal Duecento al XIX secolo, riunisce collezioni molto diverse e tra l’altro le più fiorentine in assoluto. Possiede la collezione più importante a livello mondiale di fondi oro con opere di Lorenzo Monaco, Bernardo Gaddi, Taddeo Gaddi, giusto per citarne alcuni. Conserva anche una sezione dedicata agli strumenti musicali antichi, delle vere rarità, appartenuti alle collezioni private dei granduchi di Toscana, Medici e Lorena".

E il terzo?

"La Gipsoteca, un vero gioiello, riaperta recentemente con un nuovo allestimento. Nel salone ottocentesco si trovano oltre 400 gessi, tra busti, bassorilievi, sculture monumentali, modelli originali in gran parte di Lorenzo Bartolini, uno dei maggiori scultori italiani dell’800. Un luogo di grande fascino che ricrea idealmente lo studio di Bartolini, arricchito da una raccolta di dipinti di maestri ottocenteschi che hanno studiato o insegnato all’Accademia di Belle Arti".

Dal punto di vista del pubblico, come sta andando questo 2023?

"La Galleria dell’Accademia di Firenze già da questi primi mesi del 2023 sta registrando una considerevole crescita di visitatori: solo a gennaio c’è stato un incremento del 25% in più rispetto ai numeri di gennaio 2019, quindi pre-Covid".

Chi è il visitatore ‘tipo’?

"Il pubblico che ha frequentato il museo, in questo breve periodo del 2023, si è caratterizzato per essere prevalentemente di provenienza europea oltre che italiano. In percentuale i visitatori americani, dagli Stati Uniti, sono all’incirca il 25% rispetto al totale, ma la percentuale prevista dal Nord America è in aumento e generalmente, da maggio in poi arriverà più o meno al 50%. Dalle ultime indagini risulta che la Galleria dell’Accademia di Firenze è frequentata da molti giovani, al 50% sotto i 25 anni".

Le prossime iniziative?

"Abbiamo un ricco programma di incontri, concerti, visite e altro organizzato con il Museo degli Innocenti. Abbiamo appena presentato ‘Le sculture di David a Firenze tra Storia e simbolo’, un documentario corale su una delle figure iconiche della città, un progetto ideato dalla Galleria dell’Accademia di Firenze e dai Musei del Bargello in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, che ha coinvolto l’Opera di Santa Maria del Fiore e l’assessorato alla Cultura del Comune di Firenze. E stiamo mettendo a punto un progetto con l’Università di Firenze, che si chiama ‘In punta di pennello’ e che coinvolge una ventina circa di studenti a cui è stato affidato il compito di raccontare sui social alcuni dei capolavori conservati nella Galleria".

Barbara Berti