"Firenze ha la forza per reagire alla crisi Servono unità nazionale e fiducia nell’Europa"

Il sindaco Dario Nardella ottimista, nonostante tutto: "Un patto per il lavoro e lo sviluppo, sfruttando al massimo le risorse del Pnrr"

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di Paola Fichera

Sindaco Nardella, dopo due anni di durissima pandemia ora le imprese devono fare i conti con i contraccolpi della guerra in Ucraina, dal caro energia all’aumento dei prezzi delle materie prime. Come vede il prossimo futuro?

"Stiamo affrontando senza dubbio uno dei momenti più difficili della nostra storia recente. Voglio però vedere il bicchiere mezzo pieno: davanti al Covid abbiamo saputo reagire riscrivendo le regole dell’Europa e varando un piano di interventi economici che hanno avuto effetti importanti, basti pensare al fatto che nel 2021 la crescita del PIL è stata del 6,6 %. Ora siamo di fronte ad un’altra emergenza, ma penso che dobbiamo affrontarla con gli stessi strumenti: unità nazionale, capacità di adeguare le regole al momento che stiamo vivendo, fiducia nell’Europa".

Come possono intervenire sindaci e città metropolitane per sostenere le imprese?

"Gli strumenti sono diversi: intanto continuare ad agire come un sistema compatto. Nelle prossime settimane saremo al lavoro con sindacati e imprese per il Patto per il Lavoro e lo Sviluppo. Questo servirà per l’altra parte della risposta: investire al meglio le risorse del PNRR, facendone una vera leva di ripartenza. La Città Metropolitana di Firenze è al lavoro ad esempio sulla definizione dei progetti dei Piani Integrati Territoriali, 157 milioni di euro che sosterranno progetti di rigenerazione urbana su tutto il nostro territorio metropolitano. Con una visione adeguata, queste risorse saranno una base fondamentale di rilancio della nostra economia. Però bisognerà essere efficaci e veloci: è una sfida che riguarda tutti. Noi ci siamo".

Ci sono settori che hanno più bisogno dell’aiuto pubblico per far fronte a questa fase economica?

"Il nostro tessuto economico è forte perché diversificato. Settori economici diversi tra loro compongono una struttura che funziona tutta insieme. Va sostenuta la capacità di export delle nostre aziende, un vero patrimonio della nostra Città metropolitana, e il ritorno del turismo, molto importante anche per i posti di lavoro che genera".

La grande scommessa di questi anni è legata a uno sviluppo sostenibile con l’impegno a rispettare e salvaguardare l’ambiente. È possibile in tempi così difficili?

"Direi che è necessario. Partendo dalla questione più urgente, cioè l’energia. Dobbiamo avere la capacità di superare la logica dei comitati no-tutto, e capire che il futuro è delle energie rinnovabili. Non ci possiamo fermare per un cavillo di fronte a qualsiasi ipotesi di nuovo impianto. È il momento delle scelte e dobbiamo sapere da che parte stare".

Ancora una volta sono le imprese turistiche che rischiano di pagare il contraccolpo più pesante e Firenze è città d’arte.

"Il turismo sta ripartendo. I numeri del fine settimana di Pasqua sono stati confortanti. Noi continuiamo a investire sulla nostra città, e le mostre e gli eventi inaugurati anche nelle ultime settimane sono uno strumento di rilancio. La bellissima mostra su Donatello, il Rinascimento di Palazzo Strozzi, ma anche quella su Oscar Ghiglia a Palazzo Medici Riccardi e le Tre pietà all’Opera del Duomo sono un esempio".

Anni di over tourism che hanno messo in difficoltà la città, poi la pandemia, il centro desertificato e la difficile ripartenza, ora la guerra in Europa. Ma la Firenze del futuro come dovrebbe essere?

"Da anni siamo al lavoro per limitare il turismo cosiddetto ‘mordi e fuggi’ di chi ‘usa’ la città per pochissimo tempo e con la pandemia questa tendenza deve essere di più contrastata. Già nel 2015 il Comune di Firenze è stato il primo in Italia a bloccare i cambi di destinazione d’uso nel centro storico verso il turistico ricettivo e negli ultimi 5 anni non hanno più aperto nuove strutture alberghiere dentro il centro storico".