UICI Toscana, il volontariato che fa la differenza

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Cosa sono i volontari per chi non vede? «Sono un po’ i suoi occhi – spiegano da Uici Toscana - ma occhi amici, non occhi che si affittano ad ore. Niccolò Tommaseo, conosciuto principalmente come l’autore del primo dizionario della lingua italiana (1802-1874) fu un intellettuale di quelli che usano i libri per guidare l’attività quotidiana. Tommaseo perse la vista da adulto, ma non per questo smise di scrivere saggi e lettere ai personaggi noti dell’epoca. Quando però qualcuno gli chiese cosa rimpiangesse a causa della cecità, non rispose, come sarebbe naturale, ‘mi mancano i colori del cielo’, o ‘il viso delle persone care’, ma rispose che ciò che gli procurava tristezza e fatica era la impossibilità di muoversi da solo. Il volontario non potrà mai sostituire i servizi, principalmente quelli di assistenza alla mobilità che, va detto, nel servizio ferroviario sono una vera eccellenza. Però, mentre l’operatore fa il suo lavoro perché lo deve fare, il volontario fa lo stesso lavoro, ma perché ha scelto di farlo, e lo fa mettendoci anche un po’ di cuore».

È difficile spiegare a chi è abituato a vedere lo stato d’animo di chi ha perduto il bene della vista ed è costretto a chiedere l’aiuto altrui per quello che era abituato a fare in piena autonomia. «Muoversi in città, svolgere una pratica alle poste, in qualsiasi ufficio, non parliamo di fare la coda per un prelievo di sangue piuttosto che per andare in banca dove non sai neppure qual è la tua fila, è come vincere un terno al lotto – proseguono da Uici Toscana -. Il volontario fa davvero la differenza. E cosa si riceve in cambio? Tutti i nostri giovani e meno giovani che fanno volontariato fra noi ci dicono che con noi ‘ci vedono meglio’, e tornano con una marcia in più. Esiste anche un volontariato a distanza, la app Bemyeyes (diventa tu i miei occhi), scaricabile, molto utilizzata in tutto il mondo».