Livorno verso la rinascita: il bilancio un anno dopo fra ricordi e nuovi lavori

Si è parlato di quanto è stato fatto e quanto c’è ancora da fare
. Ultimati 249 su 294 interventi per la messa in sicurezza; investiti 52 milioni

Livorno verso la rinascita

Livorno verso la rinascita

Il ricordo delle vittime e il rammarico per un’emergenza che ancora oggi fa venire brutti ricordi. Livorno un anno dopo con le istituzioni, le associazioni di volontariato, i cittadini che hanno dato il loro contributo dopo l’alluvione. Molto è stato fatto per ricostruire Livorno. Altro resta da fare, ma i lavori non si fermano. «Abbiamo ultimato 249 dei 294 interventi di messa in sicurezza programmati dopo l’alluvione che ha colpito Livorno – ha detto il presidente della Toscana, Enrico Rossi – siamo all’85% del totale e stiamo procedendo con i lavori. So bene che nessuno potrà restituire alle loro famiglie le nove vittime di quel tragico 10 settembre, ma noi ci stiamo adoperando per fare in modo che una simile tragedia non debba ripetersi. È pensando a loro che mi sono assunto la responsabilità di fare tutto il possibile per migliorare la nostra capacità di risposta ad eventi così pesanti e proseguire l’opera di prevenzione, continuandola tutti gli anni perché non esiste un intervento di per sé risolutivo e la sicurezza si garantisce con opere costanti e con un’attenta prevenzione». Rossi, che è anche commissario per la ricostruzione in seguito all’alluvione che ha colpito Livorno, Collesalvetti e Rosignano, ha voluto tracciare un bilancio di questi mesi proprio in occasione delle iniziative organizzate dalla Diocesi e dal Comune per il primo anniversario dell’evento. «Al momento – ha aggiunto Enrico Rossi – abbiamo investito 52 milioni di euro di cui 15 provenienti dallo Stato e ben 37 dalla Regione Toscana. Sono 37 gli interventi ancora in corso. Si tratta di opere che permetteranno di innalzare considerevolmente il livello di sicurezza per far fronte ad eventi come quello accaduto un anno fa».

Saranno appaltati altri 14 interventi per i quali sono stati stanziati altri 10 milioni di euro arrivando così ad una spesa complessiva di 62 milioni di euro di cui quasi due terzi derivano da fondi regionali. Si tratterà di opere relativa soprattutto all’Ardenza, al Rio Maggiore e all’Ugione, finalizzate ad innalzare il livello di sicurezza complessivo, attraverso il consolidamento degli argini, deviazioni, stombamenti, realizzazione di casse di esondazione. In questo modo aumenterà la sezione dell’Ardenza accrescendone la portata, e sarà deviata la confluenza con il Forcone così da rendere l’arrivo dell’acqua meno impattante. Sul Rio Maggiore sarà ricostruito il ponte di Salviano, stombato in alcuni tratti e deviato nel suo corso verso la foce. Sarà messo in condizione di sopportare una portata di almeno 140 metri cubi al secondo, un fattore decisivo per la sicurezza del territorio. Enrico Rossi ha poi voluto ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per dimostrare che le istituzioni possono essere credibili ed impegnarsi a fondo, dal Genio Civile, al Consorzio idraulico di Livorno, senza dimenticare i buoni rapporti che ci sono stati con tutte le amministrazioni comunali.

«Nel passato Livorno ha già vissuto dei traumi, penso ad esempio alla strage del Moby Prince, e si è rifugiata a volte nella scorciatoia della rimozione – ha detto il sindaco di Livorno Nogarin – abbiamo probabilmente dentro di noi il naturale istinto a vivere il presente, a rialzarci dopo un colpo subito e non guardare indietro. E questa è una caratteristica di Livorno, di tutti noi, che ha, come ogni caratteristica, dei pro e dei contro». «Forse – ha aggiunto – è giunto il momento di saper creare le condizioni per guardare indietro e prendere lì la forza per puntare al domani – conclude Nogarin –. Stiamo intervenendo da tempo per dimostrare, nei fatti, che Livorno ha un grande cuore e vuole avere tutte le caratteristiche necessarie per garantire ai suoi cittadini la sicurezza e tranquillità che meritano, anche di fronte a quelle calamità naturali che, secondo la comunità scientifica, dobbiamo imparare a considerare più probabili di quanto facevamo fino allo scorso anno».